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Presentata la stagione stagione 2023/2024 del Teatro Parioli. Una programmazione eclettica sempre attenta alla qualità delle proposte

RIDERE, PENSARE, EMOZIONARSI
Presentata la terza stagione del Teatro Parioli.


Una programmazione eclettica sempre attenta alla qualità delle proposte.
“Ridere, Pensare, Emozionarsi” sono i tre verbi che accompagnano la stagione 2023-2024 del Teatro Parioli. Riconosciuto lo scorso anno dal MIC quale Centro di Produzione, il Parioli – rilevato due anni fa da Michele ed Enzo Gentile insieme a Giovanni Vernassa, con il sostegno di Banca del Fucino – forte delle presenze in costante crescita, per questo terzo anno conferma una programmazione eclettica ma sempre attenta alla qualità delle proposte.
Piero Maccarinelli direttore artistico ci presenta brevemente la Stagione 2023-2024.
Inaugura la stagione, portando pensiero ed emozione, Il Caso Kaufmann, novità assoluta di Giovanni Grasso, produzione Il Parioli con Teatro Stabile di Torino, Centro Teatrale Bresciano e Teatro Nuovo di Verona. Franco Branciaroli guida un importante cast composto da Graziano Piazza, Viola Graziosi, Alessandro Albertini, Franca Penone e Pierluigi Fasolo, regia di Piero Maccarinelli. Una riflessione sulla violenza, il razzismo, la discriminazione, la persecuzione ebraica durante il nazismo (25 – 29 Ottobre).
Uno dei più importanti testi della drammaturgia contemporanea italiana viene affrontato da Arturo Cirillo, in scena con Sabrina Scuccimarra, Anna Rita Vitolo, Riccardo Ciccarelli: Ferdinando di Annibale Ruccello. Ci potremo divertire ed emozionare nell’assistere agli scontri fra Donna Clotilde e Gesualda, Don Catellino e Ferdinando, guidati dalla splendida lingua di Ruccello. Prodotto da Marche Teatro Metastasio di Prato e Teatro Bellini di Napoli (1 – 5 Novembre).
Pensiero e divertimento per Enzo De Caro che proporrà L’avaro immaginario da Moliere/ De Filippo da lui adattato e diretto. In scena con De Caro anche Nunzia Schiano. “L’ Avaro” e “Il Malato Immaginario” sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione, sia teatrale che umana, dal momento che per entrambi, come del resto per Molière, il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita come teatro, è stato davvero sottile. Prodotto da I Due della città del sole (15 – 19 Novembre).
Sal da Vinci accompagnato da tre musicisti e da Ernesto Lama – con testi di Luca Miniero e Sal da Vinci- sarà il protagonista di Sal da Vinci Stories, una produzione di Artisti Riuniti. Storie impostate per Instagram, storie private e delicate, un viaggio profondo, psicoanalitico, emozionante fra Napoli, la musica e i colori di un artista che sfugge ad ogni schema (22 Novembre – 3 Dicembre).
Pensare e divertirsi con A che servono questi quattrini di Armando Curcio, produzione La Pirandelliana, con Nello Mascia e Valerio Santoro e la regia di Andrea Renzi. Una storica commedia messa in scena dai De Filippo sugli inganni dell’economia in due famiglie, una poverissima e l’altra in apparenza arricchita. (dal 6 – 17 dicembre)

Natale e capodanno all’insegna del divertimento brillante con Taxi a due piazze di Ray Cooney, con la regia di Chiara Noschese, prodotto da Enfi Teatro. Protagonista sarà Barbara D’Urso, nei panni della tassista che si districa fra i due mariti – Franco Oppini e Giampaolo Gambi – in due parti della città, insieme a Rosalia Porcaro, l’amica a conoscenza della sua doppia vita. È la prima versione al femminile della famosissima commedia di Cooney (26 dicembre – 7 Gennaio 2024).
Con Mettici la Mano, troviamo in scena il Brigadiere Maione e Bambinella nati dalla penna di Maurizio De Giovanni, per l’ultima regia di Alessandro d’Alatri. Nei panni dei due protagonisti, Antonio Milo e Adriano Falivene, insieme ad Elisabetta Mirra, una produzione del Teatro Diana. Lo spettacolo è una costola drammaturgica della famosa saga del “Commissario Ricciardi”; due protagonisti, uno con il rigore della divisa, l’altro con la leggerezza della femminilità travestita nella Napoli del dopoguerra (dal 10 al 21 Gennaio).
Pensiero ed emozione per lo spettacolo di Leo Gullotta, che con la regia di Fabio Grossi, presenta In ogni vita la pioggia deve cadere, tenera e profonda riflessione sulla vita di una coppia arcobaleno. Spettacolo coprodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo, Argot Produzioni e Stefano Francioni (dal 24 al 28 Gennaio).
Farà Giorno, commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, a dieci anni di distanza dall’edizione con Gianrico Tedeschi, sarà in scena a Roma dopo quattro settimane di esaurito al Teatro Franco Parenti – che lo produce. In scena Antonello Fassari, Alvia Reale e Alberto Onofrietti. Tre generazioni alla ricerca di un difficile punto di incontro. Seguire le vicende di Manuel, Renato e Aurora, sarà un’occasione per ridere, pensare ed emozionarsi. La regia è quella della prima edizione di Piero Maccarinelli (dal 31 Gennaio all’11 Febbraio).
Dopo il grande successo della scorsa stagione, ritorna Quasi Amici, tratto dall’omonimo film di Eric Toledano ed Eric Nakache per la regia di Alberto Ferrari che ne cura anche l’adattamento per l’inedita coppia composta da Massimo Ghini e Paolo Ruffini. Prodotto da Enfi Teatro, anche questo spettacolo sarà una bella occasione per ridere, pensare ed emozionarsi (dal 13 al 18 Febbraio).
Lucrezia Lante della Rovere e Stefano Santospago sono i protagonisti di La Divina Sarah di Eric Emmanuel Schmit. Uno dei più importanti drammaturghi francesi scrive un divertissement sulla funzione dell’artista e il senso del teatro; dialogo divertente e commovente per la regia di Daniele Salvo, prodotto da Palcoscenico Italiano (dal 21 al 25 febbraio).
Pensiero e divertimento, sono questi i contenuti proposti dalla Pirandelliana con un gioiello della drammaturgia britannica: Il Malloppo, commedia nera di Joe Orton per la regia di Francesco Saponaro. Protagonisti: Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro. Un incubo freudiano, violentemente comico, che mostra i fantasmi nascosti negli armadi nella società inglese di quegli anni (dal 28 febbraio al 10 marzo).
Massimiliano Bruno ritorna – dopo il grande successo della scorsa stagione – sempre prodotto dal Parioli, con lo spettacolo Lo stato delle cose- seconda parte. 30 giovani attrici e attori, guidati in scena dallo stesso Massimiliano Bruno, si alterneranno in scena. Si potrà assistere ad un ventaglio di testi inediti sui più svariati argomenti di un autore in cerca di attori, coniugando una missione generazionale tanto cara al Parioli con i tre temi dell’anno: ridere, pensare ed emozionarsi (dal 13 al 28 marzo).

Ritorna a grande richiesta Il Figlio di Zeller con Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Marta Gastini, Riccardo Floris e la rivelazione Giulio Pranno (candidato al Premio Le Maschere) testo importante sulle incomprensioni genitori figli. Prodotto da Il Parioli, un testo che ci permette pensieri ed emozioni profonde. La regia è di Piero Maccarinelli (dal 3 al 7 di Aprile).
Cristina Comencini proporrà il suo nuovo spettacolo dal titolo I Turni. Commedia raffinata e dolceamara nell’inconfondibile stile dell’autrice. Chi ha deciso il ruolo che abbiamo in ogni famiglia? Se lo chiedono due sorelle che – la domenica – fanno i turni dalla madre malata. Opposti caratteri, opposte vite, tutto sembra scelto ed invece non lo è. All’arrivo del fratello, che non partecipa mai ai turni, le due lo chiudono in casa, ribaltano i ruoli e tornando con la fantasia ed il gioco, alla tenerezza ed all’indefinitezza dei tre bambini che erano, quando si amavano e tutto sembrava possibile per ognuno di loro. Produzione Il Parioli (dal 10 al 21 Aprile).
Sempre per regalare al pubblico, pensieri ed emozioni, La Pirandelliana propone Anna dei Miracoli di William Gibson. Una drammaturgia coinvolgente ed emozionante sull’amore straordinario di chi si prende cura del più debole semplicemente perché è “diverso” e proprio per questo ha bisogno di aiuto e di amore, più di chiunque altro. Protagonista Mascia Musy, regia di Emanuela Giordano (dal 24 al 28 Aprile)
Emozione e pensiero per Le assaggiatrici di H*tler di Michelle Kholos Bloch, adattato da Enrico Luttmann ed Elena Sbardella, anche regista. Quattro giovani attrici saranno le assaggiatrici del cibo di Hitler. Come tutte le ragazze, vogliono ridere, amare e soprattutto sopravvivere. Lo spettacolo sarà in scena per la prima volta in Italia (dal 2 al 5 Maggio).
La Madre di Eva, scritto diretto e interpretato da Stefania Rocca, è un potente ed emozionante racconto dei rapporti fra una madre e il figlio transgender. Un percorso fra due generazioni, per riconoscere la diversità come un valore. Una produzione Enfi Teatro, Stage e OraOne production (dall’8 al 12 Maggio).
Discorsi amorosi, ovvero tutto quello che sopportiamo per amore ma senza il quale non riusciamo a vivere. Sarà il nuovo divertente e pensieroso spettacolo di Riccardo Rossi in scena al Teatro Parioli. Rossi sarà accompagnato da Leonardo Colombati. Produzione di AB Management (dal 15 al 26 Maggio).
Proseguirà anche il rapporto con Centro Sperimentale di Cinematografia e Accademia Silvio D’Amico con due spettacoli finali che chiudono la stagione.
SEZIONE ALTRI PERCORSI
Nel mese di ottobre e prima delle feste di Natale, Paolo Ruffini con il Parioli Comedy lab presenterà alcuni dei migliori talenti della stand-up comedy, fra cui Francesca Bozza, Andrea Paris, Casa Abis, Massimo Ceccarini e Chiara Anicito. (17 -18- 19 -20 -21 e 22 Ottobre; 20 Novembre; 18 – 19 -20 -21 -22 e 23 Dicembre).
Una Come Me è lo spettacolo che vede protagonisti Matilde Brandi e Salvatore Buccafusca con la regia di Francesco Branchetti; una commedia sul tema delle contraddizioni che vivono in ognuno di noi, e di come sia possibile essere più persone nello stesso tempo. (6 e 7 novembre).
Ritorna una produzione targata Il Parioli: David Parenzo in Ebreo, regia di Alberto Ferrari. Un divertente e complesso monologo di Parenzo sull’identità ebraica. (9 e 10 Novembre).

Bellezza imperfetta-tra vacche e stelle di Diego Dalla Palma che ci racconta la sua idea di bellezza, non come quella scontata proposta dai mass media ma quella che ha le sue radici nell’imperfezione e nel dolore. Accompagnato dalle musiche di Cesare Picco e con la regia di Ferdinando Ceriani, Dalla Palma fa un omaggio personale e poetico alla bellezza. (11 e 12 Novembre).
Elisa Greco ritorna con tre nuovi appuntamenti del suo fortunato format La Storia a Processo! Colpevole o Innocente? in cui importanti intellettuali, artisti, politici, conducono un processo a tre personaggi – della storia recente e passata – con il pubblico chiamato a giudicare. (21 Novembre – 23 Gennaio – 19 Marzo).
Paolo Crepet proporrà Prendetevi la luna. C’è sete e fame di parole, di pensiero e Crepet ci invita ad alzare la fronte e continuare a sognare. (20 Febbraio).
Paolo Cevoli presenterà Andavo ai 100 all’ora. Come cantava Gianni Morandi in quegli anni 60, Cevoli immagina di raccontare ai figli dei suoi figli come era la vita in quegli anni, quando lui era bambino. nostalgia emozione e risate! (27 Febbraio)
Lorenzo Balducci proporrà il suo nuovo lavoro E.G.O. L’arte di essere felici, di Riccardo Pachini e Mariano Lamberti anche regista. La felicita e gli extreme game over fra Heidegger Hillman a Paola e Chiara. Una riflessione estrema fra dipartita e felicità (Aprile 2024).
Filippo Caccamo presenterà il suo nuovo spettacolo, uno show a 360 gradi che prende le mosse dal mondo della scuola e spazia in più ambiti, usando sempre e costantemente il metro della risata. Partito dal web ora si riversa in teatro. Produzione Teatro Verdi Montecatini (28 – 30 Maggio).
IL PARIOLI: PRODUZIONI E TOURNÈE
Il Teatro Parioli, riconosciuto dal MIC quale Centro di Produzione teatrale, non è solo nell’ accogliente sala di Via Giosuè Borsi a Roma, ma annovera una serie di produzioni e coproduzioni di grande prestigio.

  • Fantozzi: Una importante coproduzione tra Enfi Teatro e il Teatro Stabile di Genova sarà Fantozzi, dai testi di Paolo Villaggio, drammaturgia e regia di Davide Livermore
  • Il caso Kaufman (produzione Il Parioli con Teatro Stabile di Torino Centro Teatrale Bresciano e Teatro Nuovo di Verona)
  • Chicago: In coproduzione tra Enfi Teatro, il Nuovo Teatro Nazionale di Milano; con le coreografie di Franco Miseria e la regia di Chiara Noschese
  • IL Figlio di Zeller (Produzione Il Parioli e Teatro La Pergola)
  • Fred con Matthias Martelli e la regia di Arturo Brachetti (produzione Enfi Teatro con il
    teatro Stabile di Torino)
  • Sister Act: coproduzione tra Enfi Teatro, il Nuovo Teatro Nazionale di Milano; con le
    coreografie di Franco Miseria e la regia di Chiara Noschese
  • Ebreo di e con David Parenzo (produzione il Parioli)
  • Lo Stato delle cose di Massimiliano Bruno (produzione il Parioli) –
    IL PARIOLI: PRODUZIONI PER RAGAZZI
    Nei week end di settembre e ottobre alle ore 17 proporremo una rassegna di spettacoli per bambini e genitori fra cui Il Piccolo Principe prodotto da Il Parioli, con la regia di Maria Cristina Giambruno e le scene di Roberto Crea. Per il Piccolo Principe, parte del cast sarà composto dall’esito di uno stage che si terrà presso il Teatro dei Marsi di Avezzano; in coproduzione con Accademia Perdonata e Romagna Teatri anche Il Lupo E I Sette Capretti.
    Tra le produzioni per ragazzi Il Colpevole di Emanuela Giordano che affronta il tema del bullismo e Le assaggiatrici di H*tler di Michelle Kholos Bloch, adattato da Enrico Luttmann ed Elena Sbardella, regia di Elena Sbardella (il cast in via di definizione sarà a breve selezionato dalla regista tramite provino).

EVENTI ED INIZIATIVE
Nella stagione 23/24 sono allo studio numerose iniziative culturali che saranno comunicate ad ottobre, fra queste: Tutti a Teatro, rassegna di spettacoli per famiglie, la collaborazione con l’Accademia Molly Bloom per la presentazione di eventi letterari e l’aperitivo del mercoledì alle ore 19.00 condotto da Katia Ippaso con attrici, attori e protagonisti del cartellone in abbonamento.
TEATRO DEI MARSI DI AVEZZANO
Anche quest’anno il Nuovo Teatro Parioli prosegue la collaborazione con il Comune di Avezzano e il Teatro dei Marsi, seconda sede del Centro di produzione, dove verranno effettuati gli allestimenti e dove debutteranno tutti gli spettacoli di nostra produzione.
Per il terzo anno consecutivo la nostra società si occuperà dell’organizzazione della stagione di prosa dopo il successo di quella appena trascorsa. Approfittiamo dell’occasione per ringraziare il Comune di Avezzano nelle persone del Sindaco Gianni Di Pancrazio, del vice sindaco Domenico Di Berardino e dell’Assessore alla cultura Pierluigi Di Stefano.
IL BISTROT
Dal 2022 al Teatro Parioli è aperto il bistrot. Tutte le sere, ad accompagnare gli spettacoli, il bistrot del Teatro Parioli è la risposta a tutti coloro che sono alla ricerca di un locale in cui godere di un aperitivo di alta qualità e prestigiosi eventi. Un ambiente confortevole, che ha saputo valorizzare ulteriormente la prestigiosa stagione del Parioli.
Un ringraziamento particolare va agli Sponsor che in questi primi tre anni hanno offerto il loro sostegno:
Banca del Fucino – Banca del Fucino è una banca romana fondata nel 1923 da Giovanni Torlonia per finanziare attività economiche nei territori interessati dalla bonifica del lago del Fucino. Nel corso degli anni Banca del Fucino è diventata una delle realtà bancarie di riferimento della capitale riuscendo a mantenere la propria indipendenza rispetto ai grandi gruppi bancari che negli ultimi anni hanno incorporato le principali banche della città. La Banca del Fucino è particolarmente sensibile alla tutela e alla promozione della cultura con particolare attenzione al territorio in cui la Banca è radicata. L’impegno della Banca del Fucino a favore della cultura si è tradotto nel 2020 con l’accordo con ISP-Imprese Stabili Produzione Spettacolo e Banca del Fucino al fine di sostenere concretamente il patrimonio artistico ed economico rappresentato dal teatro e dal mondo dello spettacolo più̀ in generale.
Mobilificio Corridi, oltre cinquanta anni spesi a dar forma agli spazi di lavoro. Bambu’s Parioli Bar delizie e sapori dal 1949.

25 – 29 ottobre 2023
Franco Branciaroli, Graziano Piazza, Viola Graziosi
IL CASO KAUFMANN
di Giovanni Grasso
regia Piero Maccarinelli
e con Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Andrea Bonella
scene Domenico Franchi
luci Cesare Agoni
musiche Antonio Di Pofi – costumi Gianluca Sbicca
produzione Centro Teatrale Bresciano,
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona, Il Parioli
1941, Monaco di Baviera, carcere di Stadelheim, cella di massima sicurezza. Sono le ultime ore di Leo Kaufmann, condannato a morte per aver commesso il reato di “inquinamento razziale”. Nonostante si sia sempre dichiarato innocente, la Corte di Norimberga ha infatti stabilito l’esistenza di una relazione di carattere sessuale tra l’anziano ebreo e la poco più che ventenne “ariana” Irene Seidel.
È la vigilia dell’esecuzione, e Kaufmann chiede di poter vedere il cappellano. Non per una conversione in punto di morte, ma per far recapitare a Irene un ultimo messaggio. Davanti al prete cattolico, nelle ultime e angoscianti ore prima della fine, Kaufmann ripercorrerà per noi la sua drammatica vicenda, sconvolgente scontro tra odio e ingiustizia. Ispirato a una storia vera, quella di Leo Katzenberger e Irene Seidel, Il caso Kaufmann è la trasposizione teatrale dell’omonimo romanzo di Giovanni Grasso, vincitore di molti riconoscimenti, tra cui il Premio Cortina d’Ampezzo per la narrativa italiana e il Premio Capalbio per il romanzo storico. Un nuovo tassello alla collaborazione tra la penna di Giovanni Grasso e lo sguardo del regista Piero Maccarinelli – dal cui sodalizio è nato Fuoriusciti, spettacolo di successo prodotto dal CTB – che incontra oggi un fuoriclasse della scena, Franco Branciaroli, nel ruolo di Leo Kaufmann, capofila di un cast di altissimo livello con Graziano Piazza nei panni di Padre Höfer, il cappellano del carcere, e Viola Graziosi, straordinaria interprete del ruolo di Irene Seidel.
Note di regia
Molti sono i testi che, per fortuna, ci hanno parlato di quello che è successo al popolo ebraico dopo il 1933 in Germania e il ‘38 in Italia, e successivamente in tutta Europa. Ma non sono mai abbastanza per ricordare e non dimenticare l’orrore di quella persecuzione razziale. Ancora oggi, in molti paesi europei, lo spettro dell’antisemitismo si ripresenta in molte e variegate forme. La scelta di Giovanni Grasso è quella di analizzare, attraverso le peripezie e i processi di Kaufmann, il tema dell’”inquinamento razziale”. È un punto di vista poco indagato, ma estremamente interessante. Kaufmann sarebbe probabilmente andato a morte per il solo fatto di appartenere al popolo ebraico. Ma l’indagine a cui ci spinge Grasso è quella della banalità del male nella quotidiana delazione, nella fabbricazione di prove inesistenti, nel sadismo della costruzione di fatti mai accaduti, dove una semplice carezza da quasi padre a figlia viene trasformata in una orrenda seduzione contro natura. Irene, ariana, viene mandata a Kaufmann, che è il migliore amico del padre, perché lui la possa aiutare con il lavoro. Da questo semplice scambio di favori fra un ebreo e un ariano si genera una macchina terribile di delazioni e sospetti, che porteranno Kaufmann, totalmente innocente, a una condanna a morte. Credo che queste storie vadano raccontate senza sosta, per non dimenticare e per capire quanto banale possa essere il Male. L’intersecarsi di piani temporali nella scrittura del testo mi pare, inoltre, favorisca la percezione teatrale della tragedia.
Piero Maccarinelli

1 – 5 novembre 2023
Arturo Cirillo
FERDINANDO
di Annibale Ruccello
regia Arturo Cirillo
con Sabrina Scuccimarra, Anna Rita Vitolo, Riccardo Ciccarelli
scene Dario Gessati – costumi Gianluca Falaschi – musiche Francesco De Melis
regista collaboratore Roberto Capasso – assistente alla regia Luciano Dell’Aglio
produzione MARCHE TEATRO, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
Arturo Cirillo riporta in scena FERDINANDO, capolavoro della drammaturgia di Annibale Ruccello (1956-1986). Con questo allestimento, Arturo Cirillo, dopo le fortunate prove dello stesso autore Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio Ubu), firma un altro classico e allo stesso tempo contemporaneo capolavoro. Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra pasticche, decotti, rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è l’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi è davvero Ferdinando?
Dalle note di regia di Arturo Cirillo
Logica ed inconsueta, allo stesso tempo, mi appare la mia decisione di portare in scena Ferdinando di Annibale Ruccello. Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Ma la scelta mi appare anche inconsueta, poiché per me Ferdinando è sempre stato legato allo spettacolo che curò l’autore stesso (nonché primo interprete del ruolo di Don Catellino), che ha girato per molti anni tutta l’Italia avvalendosi della grande interpretazione di Isa Danieli. Inoltre per me il testo è sempre apparso molto diverso da tutti gli altri di Ruccello, un testo più realistico, storico, un dramma con una struttura classica. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine. Allora tutto l’aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto “schifato” italiano. Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall’alto e contiene il luogo dell’azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in un film di Luis Bunuel). Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l’intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo. Poi c’è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell’innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi. Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio.

15 – 19 novembre 2023
Enzo Decaro, Nunzia Schiano
L’AVARO IMMAGINARIO
Tratto da Molière/Luigi De Filippo
adattamento e regia di Enzo Decaro
sei attori della Compagnia Luigi De Filippo
Musiche Nino Rota (da “Le Molière immaginarie”)
Musiche di scena ispirate a villanelle e canzoni popolari del 600’ napoletano Produzione I due della città del sole
Atto unico: Durata 90’
Sette quadri, un prologo e un epilogo. È un viaggio nel teatro, quello di Molière in primo luogo, ma non soltanto… È anche un viaggio nel tempo quello del Seicento, un secolo pieno di guerre, epidemie, grandi tragedie ma anche di profonde intuizioni e illuminazioni che non riguardano solo “quel tempo. Ed è anche il viaggio, reale e immaginario, di Oreste Bruno, da Nola, e la sua famiglia, che è poi anche la sua Compagnia viaggiante di teatranti: è la tipica “carretta dei comici” tanto cara sia a Peppino che a Luigi De Filippo. È il viaggio verso Parigi, verso il teatro, verso Molière. Ma anche una fuga: dalla peste, da una terribile epidemia che ha costretto i Nostri a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza. Lungo il percorso, quando “la Compagnia” arriva nei pressi di un centro abitato, di un mercato o di un assembramento di persone, ecco che il “carrello viaggiante” diventa palcoscenico e “si fa il Teatro”. E col “teatro” si riesce anche a mangiare, quasi sempre. Infatti, grazie agli stratagemmi di tutti i componenti della famiglia teatrale, si rimedia il pasto quotidiano o qualche misera offerta in monete o, più spesso, qualche pezzo di animale già cucinato offerto come compenso della esibizione sul palco-carretto, manco a dirlo, delle opere di Molière (L’Avaro e il Malato Immaginario sono “i cavalli di battaglia” di cui vengono proposti i momenti salienti, opportunamente adattato al luogo e agli astanti). Gli incontri durante il viaggio, sorprendenti ma non tutti piacevoli, l’avvicinamento anche fisico a Parigi, al teatro di Molière, la “corrispondenza” che il capocomico invia quotidianamente all’illustre “collega”, la forte connessione tra il mondo culturale e teatrale della Napoli di quel tempo (con Pulcinella che diventa Scaramouche) con quella francese, di Molière ma forse ancor più di Corneille (che si celerebbe sotto mentite spoglie dietro alcune delle sue opere maggiori) la pesante eredità del pensiero di uno zio prete di Oreste Bruno, Filippo detto poi Giordano, scomparso da alcuni decenni ma di cui per fortuna non si ricorda più nessuno, e la morte in scena dello stesso Molière poco prima del loro arrivo a Parigi, renderanno davvero unico il viaggio di tutta la “Compagnia di famiglia” commedianti d’arte ma soprattutto persone “umane”, proprio come la grande commedia del teatro, dove “tutto è finto, ma niente è falso”.
Note di regia
Il progetto nasce soprattutto da una curiosità ‘artistica’, a sua volta originata dalla costatazione che, a un certo punto della loro carriera, i De Filippo (Peppino e Luigi in particolare) hanno sentito l’esigenza di confrontarsi con il teatro di Molière e il suo genio innovativo, rimasto forse nel suo genere ancor oggi ineguagliato e vivissimo. A riprova, il fatto che, dopo oltre quattro secoli, in occasione della recente ricorrenza del quattrocentenario dalla nascita, si son tenute ovunque celebrazioni, studi e ricerche dedicate al suo teatro e alla sua mai tramontata “comédie humaine”. In particolare, “L’ Avaro” e “Il Malato Immaginario” sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione, sia teatrale che umana, dal momento che per entrambi, come del resto per Molière, il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita come teatro, anche vissuto nella realtà quotidiana, è stato davvero sottile.
Enzo Decaro

22 novembre – 3 dicembre 2023
Sal Da Vinci
SAL DA VINCI STORIES
di Luca Miniero e Sal Da Vinci
regia Luca Miniero
con Ernesto Lama e musica dal vivo produzione di Artisti Riuniti
L’idea è quella di uno spettacolo che unisca il cuore della canzone di Sal con la modernità, anzi con la quotidianità della tecnologia con la quale tutti i giorni ci confrontiamo: i social. Tutto si svolge su un palco, elegante, dal sapore neutro ed essenziale, gli unici elementi che hanno risalto sono un pianoforte con un computer adagiato sopra e un videowall sul fondo del palco.
Sal armeggia al computer e prepara vere e proprie storie Instagram. Sono queste storie il filo conduttore dello spettacolo. Mentre le compone ecco l’occasione per parlare della sua vita con originalità al pubblico in sala. Ma procediamo per ordine, con alcuni esempi. La prima storia Sal la realizza utilizzando alcune foto del padre che vengono proiettate sul videowall. Mentre appaiono lui le commenta, e commenta un pezzo della sua vita.
Instagram diventa un modo nuovo, moderno e non autocelebrativo, per parlare di sé, e consente di far correre lo spettacolo su due binari. Da un lato la storia pubblica che davvero Sal mette on line una volta composta, ma anche e soprattutto la storia privata e intima raccontata con ironia al pubblico in sala. Insomma il pubblico a casa o su Instagram vede il finale del discorso, il risultato, ma tutto il racconto emozionale che porta a quella storia si svolge sul palco.
Ogni storia avrà un argomento, corredato di video e foto e scritte…con un testo e una canzone che l’accompagnerà. Il rapporto con il padre, vari personaggi della sua vita, i figli, gli esordi ai matrimoni, il successo, Scugnizzi, il rapporto con Pino Daniele, ma anche il rapporto con la madre, e con quel genio di De Simone…vogliamo conoscere la sua opinione su Napoli, e dove stava durante il terremoto ma anche come avvenne l’incontro con Mattone per Scugnizzi. Dieci storie di vita e anche di Instagram perché Sal ha una vita che merita un racconto intimo. Un Sal inedito, intimo, un viaggio profondo quasi psicoanalitico fra Napoli, la musica e i colori di un artista che con l sua voce e la sua vita sfugge a tutte le etichette.

6 – 17 dicembre 2023
Nello Mascia, Valerio Santoro
A CHE SERVONO QUESTI QUATTRINI
di Armando Curcio
regia Andrea Renzi
e con Salvatore Caruso, Loredana Giordano, Fabrizio La Marca, Ivano Schiavi scene Luigi Ferrigno
costumi Ortensia De Francesco
luci Antonio Molinaro
produzione La Pirandelliana
“A che servono questi quattrini” è una commedia di Armando Curcio messa in scena per la prima volta nel 1940 dalla compagnia dei De Filippo con grande successo di pubblico. La vicenda ruota intorno al Marchese Parascandolo detto il Professore che per dimostrare le sue teorie socratiche, bizzarre e controcorrente, ordisce un piano comicamente paradossale che svela l’inutilità del possesso del denaro.
L’Italia di lì a poco sarebbe entrata nel conflitto della II Guerra Mondiale e il mondo post-capitalistico dell’alta finanza era di là da venire ma l’argomento, così esplicitamente indicato nel titolo, stuzzicò la curiosità del pubblico di allora tanto che, pochi anni dopo, nel 1942, la commedia venne trasposta sugli schermi cinematografici per la regia di Esodo Pratelli con Eduardo e Peppino De Filippo protagonisti e con, tra gli altri, Clelia Matania e Paolo Stoppa.
Il protagonista immaginato da Amando Curcio, a metà strada tra un filosofo stoico e un astuto truffatore, non voleva, né poteva, mirare al bersaglio della Grande Economia ma certo l’ordito della sua trama e delle sue paradossali speculazioni sollecitano anche in noi uno sguardo disincantato (e saggio) sugli inganni della categoria dell’ECONOMICO, che tutto, oggi, pervade. Il Marchese offre tutto il suo appoggio, dando il suo sostegno speculativo, a Vincenzino, ricco solo del suo entusiasmo e della sua ingenuità, e lo aiuta a capovolgere il suo destino di ultimo accompagnandolo in una rapidissima ascesa sociale. Una favola? Un sogno ad occhi aperti? Può darsi.
Ma i temi dell’inutilità del denaro e della dannosità del lavoro, benché calati nella realtà di due famiglie napoletane degli anni ’40, una poverissima l’altra in apparenza arricchita, riescono, sul filo del paradosso, a incuriosirci ad aprirci nella fantasia strade alternative e a divertirci.
Bolle finanziarie, truffe internazionali, fallimenti di colossi bancari, tassi di interesse sproporzionati, spread e fiducia nei mercati sono “slogan” e ridondanti informazioni ampliamente invasive cui ci siamo abituati e che, per la maggior parte di noi, indicano situazioni fumose e di oscura interpretazione. E forse proprio spingendo sul parossismo del gioco teatrale, mostrato a vista, e sull’assurda fiducia della variegata comunità coinvolta nel piano del Marchese Parascandolo, si può, con la scanzonata e creativa adesione degli attori e in un clima popolare e festoso, relativizzare il potere dei “quattrini”, valore-totem indiscusso, che tutto muove oggi come allora.
Durata 1 ora e 40 minuti senza intervallo

26 dicembre 2023 – 7 gennaio 2024
Barbara d’Urso, Rosalia Porcaro, Franco Oppini, Gianpaolo Gambi TAXI A DUE PIAZZE
di Ray Cooney
regia Chiara Noschese
con Barbara Terrinoni e Nico Di Crescenzo Versione italiana di Gianluca Ramazzotti Produzione Enfi Teatro di Michele Gentile
Barbara d’Urso torna a teatro dopo 15 anni con la famosissima ed esilarante commedia TAXI A DUE PIAZZE.
Il testo che è stato riscritto per l’occasione da Ray Cooney in chiave femminile debutterà in prima assoluta in Italia al Teatro Nazionale di Milano il 14 febbraio e sarà poi in tournée nelle principali città italiane. Protagonista assoluta e direttrice Artistica della commedia, la straordinaria Barbara d’Urso che è riuscita a coniugare i suoi i futuri impegni teatrali con tutti gli impegni Mediaset.
Da quando è stata rappresentata in tutto il mondo fin dal 1984, anno d’esordio di “Taxi a due piazze” di Ray Cooney, una versione tutta al femminile non c’era mai stata. La commedia, che in Italia è tra le più rappresentate con un’edizione storica della ditta Dorelli, Quattrini, Brochard e Panelli, è un evergreen per il pubblico che conosce molto bene le vicende tragicomiche del tassista bigamo che deve tenere nascosto il suo segreto prima che sia troppo tardi.
Abbiamo chiesto quindi al suo autore Ray Cooney di rinnovare la commedia con una versione rovesciata al femminile aggiornata ai nostri tempi con tutti i riferimenti del caso. Ed ecco che per la prima volta in esclusiva mondiale (perché debutta come primizia in Italia prima di approdare nelle varie versioni europee) “Taxi a due piazze” versione femminile si affaccia nel mercato italiano sotto l’esperta mano di Chiara Noschese con un cast di tutto rispetto guidato da Barbara d’Urso nei panni della tassista -protagonista che per mantenere il segreto della sua bigamia deve districarsi tra un marito a piazza risorgimento e un altro a piazza Irnerio, aiutata solo dalla sua amica che ben conosce la sua doppia vita, interpretata da Rosalia Porcaro.
Questa versione, che rispolvera un grande classico della commedia leggera con una veste completamente rinnovata dal suo autore originale sia nei dialoghi che nei contenuti, è restituita perfettamente nell’adattamento italiano di Gianluca Ramazzotti e siamo certi che soddisferà il pubblico con un testo che non smetterà mai di divertire anche in quota tutta rosa.

10 – 21 gennaio 2024
Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra
METTICI LA MANO
di Maurizio de Giovanni
regia Alessandro D’Alatri
produzione del Teatro Diana
Questo progetto nasce come una costola della saga de “Il commissario Ricciardi”, dopo il successo della serie televisiva. Dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni, due tra i volti più colorati si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella.
Due “maschere”, unici tra i personaggi dei romanzi ad indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita. Troveremo la città di Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita. Medesimi saranno i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene. Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca. A completare la magia ci saranno le musiche di Marco Zurzolo.

24 – 28 gennaio 2024
Leo Gullotta, Fabio Grossi
IN OGNI VITA LA PIOGGIA DEVE CADERE
regia Fabio Grossi
Teatro Stabile d’Abruzzo, Stefano Francioni Produzioni e Argot produzioni
“In ogni vita la pioggia deve cadere” racconta la storia di una vita, la vita di due persone che vivono assieme e che si amano. Oggi si può dire che viene raccontata una “famiglia arcobaleno”, ma senza figli, solo due persone. Punto focale è la casa, che accoglie questa unione. Due persone di età differente, non la classica tipologia di bellezza, ma persone vere: gioie e dolori, con tanta
fantasia. Papi e Piercarlo sono due uomini che svolgono la propria esistenza con tranquillità e serenità fino a che, un giorno, arriva “la pioggia” e questa vita, ideale, viene stravolta.
Quando ci sono problemi, non siamo mai preparati ad affrontarli, ma lo si deve fare. La commedia parla d’amore, di umanità, di verità, di condivisione. In scena due attori, una casa, due vite che sono una vita.

31 gennaio – 11 febbraio 2024
Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti
FARÀ GIORNO
commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi regia Piero Maccarinelli
scene Paola Comencini
musiche Antonio Di Pofi
produzione Teatro Franco Parenti
Tutto si svolge in un interno, la stanza di Renato, mentre fuori la città con il suo caotico e bruciante ritmo consuma energie. Ma non c’è nulla di minimalista, perché nella stanza di Renato l’incontro e lo scontro verte sulle differenti posizioni morali dei tre personaggi o sull’accettazione indotta di uno di loro, sul loro passato e il loro presente in una società sempre più disgregata, dove sembra sempre più difficile trovare principi fondanti comuni.
Il testo vive sulle rimozioni del passato, sui sensi di colpa e su un orgoglio troppo superficialmente esibito.
Renato, vecchio partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza, si trova sulla strada di Manuel, teppista di periferia con spiccate simpatie nazifasciste. Manuel, uscendo dal garage condominiale, in una manovra scellerata, investe con l’auto Renato e “tratta” con lui un periodo di assistenza domiciliare solo per evitare una denuncia. Comincia così una sfida senza esclusione di colpi, anzi, una partita a due che tra azzardi, bluff ed inganni assumerà poco per volta i contorni di un confronto tra due opposte visioni della vita e del senso della Storia.
In questo percorso ora aspro e diffidente, ora scanzonato e ironico, la comune ricerca di umanità e di verità li aiuterà a vincere le rispettive diffidenze rivelando le proprie debolezze e paure: il bilancio di una vita intera per l’uno, la mancanza di prospettive per il futuro per l’altro.
L’inaspettato e improvviso ritorno a casa di sua figlia Aurora è, per Renato, l’evento che riapre la strada a dolorosi ricordi, ma anche alla speranza di una riconciliazione in cui ormai non credeva quasi più: li hanno separati trent’anni di silenzio e di lontananza ma, ancora prima di questo, la scelta di vita di Aurora e la decisione più difficile che un padre possa prendere.
Nell’ultimo e più importante confronto della sua vita, Renato si trova a trasmettere a due generazioni così diverse e distanti tra loro un’eredità che oggi sembra ormai dispersa, fatta dei più alti ideali di libertà e di responsabilità.
Renato, Aurora e Manuel con le loro storie, le loro sconfitte, le loro illusioni e la loro voglia di riscatto sembrano diventare figure simboliche di un Paese che cerca di ritrovare il senso di sé.
Il testo, mantenendo l’ambientazione nel 2007, pur affrontando alcune importanti contraddizioni della società italiana e non censurando i momenti di commozione, ha tutte le caratteristiche della commedia, dotando i tre protagonisti di grande personalità, disincantata ironia e dialoghi vivaci e brillanti.

13 – 18 febbraio 2024
Massimo Ghini, Paolo Ruffini
QUASI AMICI
di Eric Toledano e Olivier Nakache
adattamento e regia Alberto Ferrari
con Claudia Campolongo, Francesca Giovannetti, Leonardo Ghini, Giammarco Trulli, Alessandra Barbonetti, Diego Sebastian Misasi
scene Roberto Crea
costumi Stefano Giovani
disegno luci Pietro Sperduti
musiche Roberto Binetti
Assistente alla regia Cristiano Malacrino
amministratore compagnia Stefano De Leonardis
organizzazione CARMELA ANGELINI
produzione esecutiva MICHELE GENTILE
produzione Enfi Teatro
Dopo il grandissimo successo della passata stagione torna al Parioli lo spettacolo “Quasi Amici” (dal film “Quasi amici” di Eric Toledano e Olivier Nakache). Una storia importante, di quelle storie che meritano di essere condivise e raccontate. Anche con il linguaggio delle emozioni più̀ profonde: quello teatrale. Protagonisti Massimo Ghini e Paolo Ruffini, adattamento e regia Alberto Ferrari. In scena con Ghini e Ruffini: con Claudia Campolongo, Francesca Giovannetti, Leonardo Ghini, Giammarco Trulli, Alessandra Barbonetti, Diego Sebastian Misasi
Note di Alberto Ferrari
Un adattamento per il teatro del soggetto e della sceneggiatura di Quasi amici è affascinante perché́ permette di dilatare, in drammaturgia teatrale, quelle emozioni che nascono per il cinema con un altro linguaggio, non solo visivo, ma anche filmico. Emozioni che devono irrobustirsi però con parole e simboli precisi sul palcoscenico per poter rimandare tutti noi a un immaginario condiviso con il quale far dialogare il proprio. E partecipare.
Ed è straordinario raccontare ancora più̀ nell’intimità̀ delle parole, degli scambi, delle svolte narrative, delle luci, dei movimenti, che solo una drammaturgia teatrale può̀ cogliere e restituire, dando il senso profondo di una grande amicizia in fieri. Osservando poi il percorso che compiono i due protagonisti per crescere, ognuno nella rispettiva vita e in quella dell’altro e di come uno diventi assolutamente necessario all’altro per poter proseguire indenne, o quasi, il proprio cammino su questa terra. Due uomini talmente diversi da costituire una teorizzazione dell’antimateria. Due particelle che potrebbero portare a un’esplosione, un annichilimento delle proprie personalità̀ e invece avviene il miracolo. Ed è questo Miracolo laico che raccontiamo.

21 – 25 febbraio 2024
Lucrezia Lante della Rovere, Stefano Santospago
LA DIVINA SARAH
da “Memoir” di John Murrel testo di Eric – Emmanuel Schmitt regia Daniele Salvo
traduzione Giacomo Bottino scene Alessandro Chiti
costumi Martina Piezzo
disegno luci Giuseppe Filipponio prodotto da Palcoscenico Italiano
Nel diciannovesimo secolo, una famigerata attrice francese, divenne nota come “The Divine Sarah”: Sarah Bernhardt, The First Artist Superstar. Ma era più di una semplice “superstar” era un essere incredibile, un’anima meravigliosa. Sarah Bernhardt nacque in Francia nel 1844, figlia illegittima di una cortigiana, era destinata a condurre una vita normale. Il suo progetto originale di essere una suora, non era il percorso che sua madre, importante cortigiana parigina, immaginava per lei, ma Sarah, con il sostegno dei suoi mecenati, divenne un’attrice.
“Divina” agli occhi di Oscar Wilde, “Voce d’oro” per Victor Hugo, “mostro sacro” del teatro francese per usare l’espressione scelta da Sacha Guitry, la grande tragica Sarah Bernhardt ispira “Memoir” al drammaturgo John Murrell, da cui è tratto il testo di Eric Emmanuel Schmitt.

28 febbraio – 10 marzo 2024
Gianfelice Imparato, Marina Massironi, Valerio Santoro
IL MALLOPPO
di Joe Orton
regia Francesco Saponaro
e con Giuseppe Brunetti, Davide Cirri Scene Luigi Ferrigno
Costumi Anna Verde
Disegno Luci Antonio Molinaro Produzione La Pirandelliana
Due ladri inesperti decidono di svaligiare la banca accanto all’impresa di pompe funebri in cui lavorano, ma sono costretti a nascondere la refurtiva… nella bara della madre appena deceduta di uno di loro. Così tra furti, omicidi, intrighi amorosi e indagini, inizia una rocambolesca sequela di situazioni spassose e assurde tipiche dell’umorismo nero britannico. “Il Malloppo” è infatti uno egli esempi più famosi e divertenti della black comedy – gli inglesi ne sono maestri – in cui con ironia e cinismo si attaccano i capisaldi della società borghese: le forze dell’ordine, il matrimonio, il culto della morte. Il testo – scritto negli anni ’60 – divenne un successo clamoroso, arrivando a vincere il premio come migliore commedia dell’anno e lanciando il suo giovane autore Joe Orton come la nuova stella del panorama teatrale inglese. Da allora ha mietuto successi nel West End londinese e a Broadway dove è stato interpretato anche da Alec Baldwin e Kevin Bacon. Un ritmo incalzante, una satira feroce, un testo dissacrante e poco rappresentato da noi che speriamo di far conoscere e apprezzare anche dal pubblico italiano.
Note di regia
Il Malloppo di Joe Orton è una dark comedy dai toni farseschi e dalla comicità dissacrante. Il dialogo serrato, iperbolico e surreale, mutuato dal teatro dell’assurdo mette in campo una critica spietata alla società inglese degli anni Sessanta. Ma Orton, con il suo stile anarchico, contro le forme della “buona società borghese”, anticipa i toni della cultura underground e della rivoluzione punk. McLeavy è un padre di famiglia timorato di Dio, morigerato e conformista, vedovo da appena tre giorni. Hal è il figlio degenere che sogna di investire i profitti illeciti in un casino di appuntamenti. Dennis, impiegato in un’agenzia di pompe funebri, è il complice del furto in banca con scasso con il suo amico d’infanzia Hal. Fay è una scaltra infermiera senza scrupoli che ha fatto fuori sette mariti ed è sempre a caccia di sistemazione. Truscott è un poliziotto sui generis, abile nell’arte del travestimento, garante della legge ma tronfio di aggressività e nonsense. E poi c’è il corpo imbalsamato della defunta signora McLeavy che viene sballottata di qua e di là insieme alla refurtiva. I personaggi, tutti molto fanatici, dall’estremismo criminale dei giovani all’atteggiamento reazionario degli adulti, danno vita a uno scontro tra generazioni senza esclusione di colpi; decisamente attuale se confrontiamo la vicenda con la realtà dei nostri giorni.
Il rituale della celebrazione funebre e del matrimonio, il fideismo religioso, la legalità e la giustizia vengono spogliati del loro significato profondo per lasciare spazio ai desideri morbosi che le convenzioni borghesi vogliono reprimere e tenere nascosti.
Certo si tratta di una commedia tutta da ridere, ma Il Malloppo non è soltanto questo. “È un incubo freudiano” – dice il giovane Hal che sistema il corpo della madre in un armadio, per poi nascondere i soldi rubati nella bara della defunta. Orton, con il suo humor sottile e corrosivo, ci spinge a mostrare lo scandalo dei “fantasmi nascosti negli armadi”.
Francesco Saponaro

13 – 28 marzo 2024
Massimiliano Bruno
LO STATO DELLE COSE Seconda parte
scritto e diretto da Massimiliano Bruno
Produzione Il Parioli
produttore esecutivo Enzo Gentile
Torna a grande richiesta, dopo il grande successo di pubblico e di critica “Lo Stato delle Cose”. Uno spettacolo molto amato soprattutto dai più giovani.
Cosa sarà cambiato dopo un anno? Quale sarà oggi Lo Stato delle Cose del nostro scrittore e della sua assistente?
Massimiliano è un autore alla ricerca di ispirazioni per il suo nuovo spettacolo e lotta costantemente con la paura di non avere più fantasia.
Aiutato dalla sua assistente cercherà nuove storie convincenti che magicamente prenderanno vita sul palco.
Uniti in una sorta di scatola magica, tutti per uno e uno per tutti, i personaggi si ritroveranno a diventare reali, lotteranno per essere raccontati e cercheranno di conquistarsi il loro spazio nel nuovo spettacolo. Quest’anno ci saranno tanti nuovi racconti e tanti nuovi attori che incontreremo durante le tre settimane di programmazione. Uno spettacolo diverso ogni settimana.
Potrete così tornare più volte per emozionarvi, per ridere, per piangere e per riflettere.
Sarà un viaggio meraviglioso che vi porterà a capire quale sarà la vostra storia preferita in un vortice di emozioni inarrestabile. Così finalmente, una volta visto, saprete anche voi quale sarà Lo Stato delle Cose.

3 – 7 aprile 2024
Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini IL FIGLIO
di Florian Zeller
traduzione e regia Piero Maccarinelli
Scene Carlo de Marino costumi Gianluca Sbicca
musiche Antonio di Pofi luci Javier Delle Monache
assistente alla regia Manuel Di Martino amministrazione Daniela Angelini Produzione Il Parioli e Teatro Della Pergola
Dopo il grande successo della passata stagione torna in scena al Teatro Parioli IL FIGLIO di Florian Zeller traduzione e regia Piero Maccarinelli. Protagonisti: Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini.
Note di Piero Maccarinelli
Il testo di Florian Zeller fa parte di una trilogia Il Padre, La Madre, Il Figlio; testi non collegati fra loro se non dal numero dei personaggi-6- e dalle implicazioni umane e sociali. Il Padre da me diretto in Italia con Haber nel ruolo del titolo è poi diventato un film con Anthony Hopkins che ha vinto l’Oscar e una sceneggiatura firmata da Zeller anche regista e da Hampton che a sua volta ha vinto l’Oscar. Anche il Figlio è diventato un film sempre per la regia di Zeller con Hugh Jackman Laura Dern e Vanessa Kirby ed una sicura sorpresa nel ruolo del figlio. Mentre nel Padre venivano analizzati i rapporti degli altri in rapporto all’Alzheimer qui Zeller ci conduce sapientemente per mano sul terreno delle incomprensioni generazionali all’interno del nucleo familiare.
La trama inizialmente è semplice: Nicola frequenta l’ultima classe del liceo e vive a casa della madre Anna. Suo padre Piero ha appena avuto un altro figlio con la sua nuova compagna Sofia. Anna informa il padre che Nicola da tre mesi non ha più frequentato il liceo e secondo lei ha una depressione adolescenziale. Piero ne parla con Nicola che esprime il desiderio di andare a vivere da lui e Sofia. Piero a quel punto decide di cambiare la scuola a Nicola e si dà da fare per quanto può per ridare a Nicola il gusto di vivere. Qui mi fermo con quello che Zeller ci riserva. La trama è semplice ma non il tessuto di emozioni, la voglia di svelare quel che spesso troppo spesso si nasconde.
Sono le prime scene di un testo capace di conquistare grazie non solo alla bellezza del linguaggio ma alla capacità di introspezione, ai rimandi fra un personaggio e l’altro, al manifestarsi delle loro debolezze delle loro incapacità di capire sé stessi e gli altri. La vita in tutte le sue sfaccettature per piantare uno specchio nel cuore a tutti i genitori di un figlio adolescente.
Non voglio svelare il grande colpo di scena del finale che spero emozioni gli spettatori. Rappresentato già in moltissimi paesi è un onore per me dirigere questo testo di Florian Zeller lucido intelligente e carico di emozioni un gran bel pezzo di teatro contemporaneo di parola.

10 – 21 aprile 2024
I TURNI
di Cristina Comencini cast in via di definizione Produzione Il Parioli
Commedia raffinata e dolceamara nell’inconfondibile stile dell’autrice. Chi ha deciso il ruolo che abbiamo in ogni famiglia? Se lo chiedono due sorelle che – la domenica – fanno i turni dalla madre malata. Opposti caratteri, opposte vite, tutto sembra scelto ed invece non lo è. All’arrivo del fratello, che non partecipa mai ai turni, le due lo chiudono in casa, ribaltano i ruoli e tornando con la fantasia ed il gioco, alla tenerezza ed all’indefinitezza dei tre bambini che erano, quando si amavano e tutto sembrava possibile per ognuno di loro.

24 – 28 aprile 2024
Mascia Musy, Fabrizio Coniglio, Anna Mallamaci, Laura Nardi ANNA DEI MIRACOLI
di William Gibson
adattamento e regia Emanuela Giordano
Scene e Luci Angelo Linzalata
Costumi Emanuela Giordano
Musiche Carmine Iuvone e Tommaso Di Giulio Produzione La Pirandelliana
Cosa succede quando in una famiglia arriva il figlio “difettato”, quello che pensavi nascesse solo in casa d’altri? Cosa succede ad un padre ed una madre che si confrontano quotidianamente con l’esistenza di una creatura che hanno messo al mondo ma con cui non possono comunicare?
Helen non vede, non sente e non parla. E i suoi genitori non sanno dove sbattere la testa. La pietà e la rabbia, la speranza e il senso di sconfitta, l’amore e l’odio, ogni sentimento è concesso, ogni reazione è imprevedibile. E lei, Helen, cosa percepisce di quello che ha intorno?
Si accorge che la sua vita produce sofferenza? In una società dove solo il bello è vincente, solo il sano è tollerato, padre e madre non hanno scampo: Helen va allontanata, messa in un istituto, nascosta, dimenticata. Ma in casa arriva Anna, dura, inflessibile, con una storia di semi cecità alle spalle, una vita trascorsa in mezzo a creature “difettate “.
È una storia vera e racconta l’epocale passaggio alla lingua dei segni, considerata tra le prime dieci grandi scoperte della storia moderna, un bene immateriale dell’umanità, una rivoluzione linguistica che ha permesso di aprire un dialogo tra chi parla e chi non parla. La lingua dei segni, in questo caso applicata sul palmo delle mani, un alfabeto tattile, che permetterà ad Helen di raccontare la sua storia, di apprendere, di esprimere sentimenti e necessità, di crescere e di farsi rispettare.
Grazie ad un adattamento che va all’essenza, Anna dei miracoli ci racconta tanto di noi, dei nostri limiti e del coraggio che ci vuole a superarli.

2 – 5 maggio 2024
LE ASSAGGIATRICI DI HTLER traduzione e adattamento E. Luttmann ed Elena Sbardella produzione Il Parioli Tratto da “Hitler’s Tasters” di Michelle Kholos Brooks, titolo Italiano “Le assaggiatrici di Htler”, In scena per la prima volta in Italia.
Michelle Kholos Brooks
Regia Elena Sbardella
Cast 4 giovani attrici in via di definizione
Tre volte al giorno, tutti i giorni, un gruppo di giovani donne ha l’opportunitàà di morire per la Patria. Sono le assaggiatrici di cibo di Adolf Hitler. E di cosa discutono queste ragazze mentre aspettano di vedere se sopravvivranno a un altro pasto? Come tutte le ragazze, nel corso del tempo, spettegolano e sognano, si interrogano e ballano. Loro vogliono amare, ridere e, soprattutto, vogliono
sopravvivere.
A tinte persino lievi, l’autrice di questa commedia dark contemporanea – novità assoluta per l’Italia – dipinge da una prospettiva inedita la ferocia di una delle pagine più dure della storia dell’umanità. Un evento enorme, come la dittatura di Adolf Hitler, viene raccontato da una prospettiva di retrocucina: le sue assaggiatrici, poco più che ventenni, tedesche, attendono il pasto. L’ambientazione è contemporanea. Per l’autrice sembra importante che le protagoniste di “H*tler’s Tasters” non siano personaggi di una storia in bianco e nero, del passato. È attraverso la loro innocente presenza che vengono smascherati l’assurdità e l’orrore del mondo che le circonda. Gran parte della loro esperienza è ancora oggi specchio fedele del nostro mondo contemporaneo. Anche oggi i dittatori si servono di assaggiatrici, assaggiatori. In una lunga intervista rilasciata a Forbes la Brooks dice “Hai visto gli ultimi articoli sugli assaggiatori di Putin? Se riusciamo a seguire queste ragazze, se proviamo in qualche modo a immedesimarci, empatizzare con loro, anche mentre stanno eseguendo gli ordini di un dittatore, allora forse possiamo avere più consapevolezza di quanto le cose possano andare lontano. Queste sono ragazze le cui famiglie non hanno combattuto, o peggio, hanno guardato dall’altra parte. Hanno negato. Quante volte negli ultimi anni abbiamo detto: “Non succederà mai?” E poi… boom. Succede”. Uno spettacolo comico, leggero, feroce che
parla dritto al cuore.
Elena Sbardella

8 – 12 maggio 2024
Stefania Rocca
LA MADRE DI EVA
dal romanzo di Silvia Ferreri
adattamento e regia di Stefania Rocca
E con Bryan Ceotto / Simon Sisti Ajmone
Consulenza Artistica di Luciano Melchionna
Musiche Luca Maria Baldini
Produzione Stage Entertainment – Enfi Teatro – Oraone Production
Un percorso tra due generazioni per riconoscere la diversità come un valore. Torna dopo il grande successo della passata stagione al Teatro Parioli, lo spettacolo LA MADRE DI EVA con Stefania Rocca e Bryan Ceotto / Simon Sisti Ajmone. Tratto dal romanzo di Silvia Ferreri (NEO Edizioni), l’adattamento e la regia sono di Stefania Rocca.
Note di regia.
Che cosa vuol dire essere madre? Nessuno nasce genitore e nessuna donna nasce madre. L’unica, vera, possibile guida è l’amore, uno scambio continuo tra genitori e figli, in un ascolto reale e sincero tra generazioni. “La madre di Eva” è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018.
È la storia, toccante e contemporanea, di una madre che parla a sua figlia – lei l’ha sempre considerata una femmina – in una clinica di Belgrado, mentre al di là del muro, stanno preparando la sala operatoria e i dottori tracciano linee verdi sul corpo nudo di Alessandro, per permettergli di realizzare, finalmente, il suo desiderio: “prima dei miei diciotto anni voglio sottopormi all’intervento che mi renderà quello che sono davvero: un uomo”.
In un dialogo surreale senza risposte, sospeso tra l’immaginato e il reale, la madre racconta la loro vita fino a quel momento. Un viaggio costellato di amore e odio, sensi di colpa, paure, desideri e speranze. Madre e figlio sono le facce di una società che evolve e non dà tempo, ci spiazza e ci rende soli. Con questo spettacolo, voglio raccontare il forte contrasto generazionale e le tematiche transgender dal punto di vista di chi ne è fisicamente coinvolto ed anche di chi, in quanto genitore, sente il dovere di proteggere “la sua creatura”, con il timore delle discriminazioni che la società spesso riserva a coloro che perseguono un percorso di transizione.
Per Alessandro la transizione è un percorso che modifica il corpo, non l’identità. Lui è nato uomo. Non c’è un prima e un dopo. Per la madre, condizionata da un pregiudizio ancestrale, la transizione èuncalvarioingiustificatooltreaessereuninsultoal“fruttodelsuoseno”. Nonèunadonnabigotta ma ha paura. Paura che sua figlia soffra troppo, paura che venga giudicata, paura che la vita per lei possa essere più difficile. L’amore e l’ansia di essere una madre perfetta, la portano a guardare da un’unica prospettiva, la sua, fino a quando lei stessa non sarà in grado di comprendere e abbattere quel muro di solitudine che le ha divise, fino al momento in cui entrambe rinasceranno.
Attraverso lei, vorrei si aprisse per il pubblico una finestra in più sull’identità di genere, che porti lo spettatore ad immedesimarsi emotivamente in entrambi i personaggi. Penso che tanti genitori e tant* figl* che stanno affrontando un percorso analogo, grazie alla visione di questo spettacolo potranno sentirsi meno soli.

15 – 26 MAGGIO
Riccardo Rossi
DISCORSI AMOROSI
con la partecipazione di Leonardo Colombati Produzione di AB Management
Discorsi amorosi, ovvero tutto quello che sopportiamo per amore ma senza il quale non riusciamo a vivere. Sarà questo il filo conduttore del nuovo divertente e pensieroso spettacolo di Riccardo Rossi – che dopo il successo riscosso nella passata stagione – torna in scena al Teatro Parioli. Rossi sarà accompagnato in questo percorso narrativo, dallo scrittore Leonardo Colombati. Produzione di AB Management.

SEZIONE ALTRI PERCORSI
Nel mese di ottobre e prima delle feste di Natale Paolo Ruffini con il Parioli Comedy lab presenterà alcuni dei migliori talenti della stand-up comedy fra cui Francesca Bozza, Andrea Paris e Casa Abis, Massimo Ceccarini e Chiara Anicito. (17 -18- 19 -20 -21 e 22 Ottobre; 20 Novembre; 18 – 19 -20 -21 -22 e 23 Dicembre).
Lo show si avvale di personaggi di chiara fama e di esponenti dei principali laboratori di stand up che alternano monologhi, momenti musicali e momenti comici con battute legate all’attualità. Sul palco un conduttore, di chiara provenienza zelighiana, caustico, scanzonato, padrone del palco e dei comici che si esibiscono, partendo dai personaggi che li hanno resi celebri sui social, dando vita ad un momento di cabaret che farà sentire il pubblico non solo spettatore in balia delle risate ma anche protagonista di sketch coinvolgenti e pungenti. Il Lab è una serata ricca di contaminazioni comiche
e miscugli divertenti, ma è soprattutto una serata sincera e verace.
Una Come Me di Mauro Graiani è lo spettacolo che vede protagonisti Matilde Brandi, Salvatore Buccafusca e Andrea Zanacchi, con la regia di Francesco Branchetti, musiche originali di Pino Cangialosi. Maria è un’elegante cinquantenne sposata, felicemente sposata con Pier. Odia il colore rosso, i capelli raccolti ed è espressamente vegana. Sole, anche lei cinquantenne, è innamorata di Angelo, ma al momento delle pubblicazioni arriva l’amara sorpresa; Sole è già sposata. Con un certo Pier… Perché Maria e Sole sono la stessa persona. Maria Sole, infatti, soffre un disturbo della personalità, una forma di schizofrenia acuta che scinde in due il suo cervello, facendola essere due persone diverse dentro lo stesso corpo, Maria e Sole; come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, nessuna
delle due ricorda nulla dell’altra. Il plot prende il via e si fa irresistibile tra colpi di scena a non finire, equivoci e tante risate prima che tutto arrivi all’inevitabile: Maria/Sole, sarà così costretta a cercare una soluzione per niente facile da accettare: una pillola che una volta assunta farà sparire l’una o l’altra. Dipende solo da chi l’assume. Una commedia sul tema delle contraddizioni che vivono in ognuno di noi, e di come sia possibile essere più persone nello stesso tempo. (6 e 7 novembre)
Ritorna una produzione Il Parioli: David Parenzo in Ebreo, regia di Alberto Ferrari. Con la partecipazione straordinaria delle voci di Enrico Mentana, Vittorio Sgarbi, Ale e Franz e Paolo Ruffini. Testo David Parenzo e Valdo Gamberutti. Musiche originali Gianluca Ballarin. David Parenzo torna a raccontarsi sulla scena in una veste inedita! Uno spettacolo che prova, con la forza dirompente del teatro a demolire dall’interno luoghi comuni, false credenze e pregiudizi su un argomento che per molti continua, in maniera spesso inconfessabile, ad essere un tabù (9 e 10 novembre).
Paolo Crepet proporrà Prendetevi la luna. Crepet ci invita ad alzare la fronte e continuare a sognare. “Incontro tanta gente, mi chiedo che cosa possono volere da me – scrive Crepet – Certamente una guida, una speranza, forse perfino una luce che accendo nei cuori di giovani e meno giovani. C’è sete e fame di parole, di pensiero. Cercano un’eresia in un mondo codificato. Non posso che dire loro ciò che mi sono ripetuto per anni lungo il corso della mia vita: “prendetevi la luna”. Siate ambiziosi, cercate la vostra unicità. Bisogna avere la fronte alta e continuare a sognare. Il pericolo è nella bonaccia delle emozioni, nella rassegnazione, è in chi semina accidia e smarrimento come se fosse la regola del più aggiornato marketing dell’esistenza. Opporsi a tutto questo è il mio desiderio, la mia missione, la ragione per cui continuo a peregrinare nelle piazze e nei teatri. Cerco libertà, passione, coraggio. Il resto è noia”. (19 e 20 Febbraio).
rassegna di comicità al teatro Il Parioli a cura di Paolo Ruffini, composta da
sensazionali attori comici che, sprezzanti del pericolo, osano l’inosabile per una risata.

Bellezza imperfetta – tra vacche e stelle – Diego Dalla Palma ci racconta la sua idea di bellezza non come quella scontata dai mass media ma quella che ha le sue radici nell’imperfezione e nel dolore. Accompagnato dalle musiche di Cesare Picco e con la regia di Ferdinando Ceriani, Dalla Palma fa un omaggio personale e poetico alla bellezza (11 e 12 Novembre).
Elisa Greco presenta tre nuovi appuntamenti del format di La Storia a Processo! Colpevole o Innocente? Elisa Greco con le sue provocazioni, di edizione in edizione, incontra sempre l’interesse e il favore del pubblico. Il palcoscenico del Teatro Parioli si trasforma in un’aula di tribunale dove si confronteranno, rigorosamente a braccio, magistrati, avvocati, giornalisti, politici e personaggi di spicco della società civile che, con leggerezza e competenza, porteranno la loro professionalità e le loro idee al servizio del dibattimento processuale Saranno chiamati a processo- commenta l’autrice e curatrice Elisa Greco – imputati che hanno fatto la Storia con “provocazioni “ anche su temi di stretta attualità che accenderanno dibattiti mostrando ogni volta la forte relazione tra passato e presente e suscitare cosi, nel pubblico nel suo ruolo di giuria popolare, dubbi e giudizi, che si tramuteranno in verdetto. È una circolarità di tesi contrapposte, idee e suggestioni tra palcoscenico e platea, che, come sottolinea la curatrice, nelle varie edizioni ha portato spesso a verdetti al di fuori dei pronostici. Colpevole o Innocente? A deciderlo sarai tu con il tuo voto. (21 Novembre – 23 Gennaio – 19 Marzo).
Paolo Cevoli presenterà Andavo ai 100 all’ora. Come Cantava Morandi in quegli anni 60, Cevoli immagina di raccontare ai figli dei suoi figli come era la vita in quegli anni, quando lui era bambino. Un racconto personale che attraversa tutta la vita di Paolo Cevoli, fino ai giorni nostri, non per dire che “una volta era meglio…” anzi! Ma per comprendere le nostre radici e ridere di noi stessi. Nostalgia, emozione e risate (26 – 27 Febbraio).
Dopo il notevole riscontro di pubblico di Allegro non troppo (sold out in quasi 30 città) e la consacrazione col successivo Fake, torna Lorenzo Balducci per chiudere un’ideale trilogia di spettacoli che, pur utilizzando il classico registro graffiante e provocatorio della stand up comedy, hanno sempre trattato temi impegnativi e di rilevanza socio-culturale. E.G.O. L’arte di essere felici, non fa eccezione, anzi, affronta un argomento ancora più scomodo. Il mistero più grande e affascinante che accomuna da sempre l’intero genere umano: la morte. E.G.O. è infatti l’acronimo di Extreme Game Over. Date le premesse, può sembrare azzardato che il titolo comprenda anche la parola felicità, eppure è proprio su questo paradosso che lo spettacolo vuole riflettere. Poiché rimuovere la finitezza della nostra esistenza ci porta in definitiva a condurre vite infelici. Prendendo spunto dalla celebre frase di Ungaretti “Spero che la morte mi colga vivo”, E.G.O. passa in rassegna le tragicomiche strategie con le quali rifuggiamo dal pensiero della nostra dipartita (che non si declina solo come paura della morte fisica ma anche freudianamente come paura del cambiamento, dell’invecchiamento, della solitudine e dell’abbandono). (Aprile 2024).
Filippo Caccamo presenterà invece il suo nuovo spettacolo. Il successo sul web, la vita di un trentenne, l’alternanza sul palco di monologhi, canzoni, personaggi. “Tel chi Filippo” è uno spettacolo comico e anche di più. È uno show a 360 gradi che prende le mosse dal mondo della scuola e spazia in più ambiti, usando sempre e costantemente il metro della risata. Lo spettacolo ha registrato un Sold Out dietro l’altro, in tutti i teatri che l’hanno messo in scena e il suo tema principale è LA VITA DEGLI INSEGNANTI. Produzione teatro verdi Montecatini (29 – 30 e 31 Maggio).

Rassegna per le famiglie TUTTI A TEATRO
23 – 24 settembre 2023 – ore 17.00
“ENRICHETTA DAL CIUFFO” – TEATRO PERDAVVERO
In un castello, una regina dà alla luce una bambina. Questa bambina è talmente brutta che non si capisce neppure se sia una bambina o una bestia. Sulla testa ha un ciuffetto di capelli e così i genitori decidono di chiamarla Enrichetta dal Ciuffo. Una fata presente fa una profezia: “quanto questa bambina è brutta, tanto sarà intelligente e simpatica che tutti adoreranno starle vicino e avrà il dono di far divenire intelligente e simpatica la persona di cui si innamorerà sopra tutte le altre”. E fu così che appena Enrichetta iniziò a parlare disse cose molto giuste ed intelligenti e si comportava in modo gentile e dolce con le persone che le stavano vicino, cosicché tutti volevano stare con lei. Nel frattempo in un regno non lontano, dall’altra parte del bosco, un’altra regina aveva dato alla luce un bambino. Questo bambino era così bello che non si capiva neppure se fosse un bambino o un angelo. Appena nato aveva un sorriso stupendo con già tutti i dentini dritti e bianchi e così decisero di chiamarlo Clemente Beldente. Però pur essendo tanto bello Clemente aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se guardasse sempre un punto fisso e poi era lento, ma tanto lento che qualcuno iniziò
anche a prenderlo in giro. L’incontro fra Enrichetta dal Ciuffo e Clemente Bel Dente in mezzo al bosco cambierà le sorti di entrambi. Età consigliata: 3 – 8 anni – Teatro di narrazione, musica dal vivo, teatro fisico e body percussioni, animazione video
Sabato 30 settembre – Domenica 1° ottobre 2023 – ore 17.00
“IL LUPO E I SETTE CAPRETTI”
Uno spettacolo sulla fiaba classica nella versione dei fratelli Grimm: sei ingenui capretti finiscono nella pancia del lupo. Solo il più piccolo sfugge alla sua bocca vorace. Insieme alla mamma, con astuzia e coraggio, salverà i fratellini. Sono previste repliche di mattina nella settimana dal 28 novembre al 2 dicembre pensate per le scuole. Lo spettacolo è consigliato per bambini dai 3 ai 7 anni. Riteniamo sia un’occasione per educare i più piccoli alla visione degli spettacoli, a vivere il Teatro come un luogo dove divertimento e apprendimento
coesistono lasciando spazio alla fantasia, alla creatività e alla magia propria dello spettacolo dal vivo. 7- 8 ottobre 2023 – ore 17.00
“STREGHE” – PROGETTO G.G.
Le streghe sono donne comuni. Che non diresti mai che sono streghe. Perché si travestono. Per non sembrare ciò che sono. Per passare inosservate. E poter così, catturare un bambino. Le streghe odiano i bambini. Questa è una storia in cui l’impossibile accade. Un gioco tra una nonna e un bambino, che diventa realtà. C’è una nonna che si muove tra magia e verità. C’è un piccolo eroe che guarda al possibile e oltre, che cambia “ciò che è”, e apre a un mondo nuovo. Uno spettacolo liberamente ispirato all’opera letteraria di R. Dahl che attraverso il teatro di narrazione e quello di figura guarda all’impossibile, ed esplora alcune tematiche fondamentali dell’infanzia: l’incontro con le paure, il loro riconoscimento e la possibilità di superarle, di trovare soluzioni e farsi coraggio; ma anche la forza del fare, l’istinto del creare, il diventare grandi sapendosi trasformare, accettandosi e diventando, perché no, dei piccoli eroi. Età consigliata: 3 – 8 anni. Teatro d’attore, di narrazione e di figura.
14 -15 ottobre 2023 – ore 17.00
IL PICCOLO PRINCIPE
Il Piccolo Principe è il capolavoro dell’autore francese e aviatore Antoine de Saint-Exupéry. È uno dei libri più venduti e tradotti al mondo, pubblicato a New York per la prima volta nel 1943.
È un libro rivolto sì ai bambini, ma nonostante ciò è stato tradotto e commentato in quasi tutte le scuole secondarie e viene regalato a intere generazioni di adolescenti. La trama del piccolo principe è ambientata nel deserto africano, luogo in cui il narratore, a causa di una avaria all’aereo, è dovuto atterrare. Le digressioni del Principe, invece, parlano di asteroidi fantastici ambientati nella galassia, ognuno con sue particolarità. Regia Maria Cristina Giambruno. Scene Roberto Crea.
Per il Piccolo Principe, parte del cast sarà composto dall’esito di uno stage che si terrà presso il Teatro dei Marsi di Avezzano

CARD 8 SPETTACOLI
GIORNO E POSTO LIBERO
platea interi galleria interi
CARD 5 SPETTACOLI
GIORNO E POSTO LIBERO
platea interi galleria interi
€ 208,00 € 152,00
€ 135,00 € 100,00
ridotti ridotti
ridotti ridotti
€ 192,00 € 136,00
€ 125,00 € 90,00
spettacolo) € 300,00
€ 216,00
CARD LIBERA 12 INGRESSI (massimo due ingressi a GIORNO E POSTO LIBERO
platea interi € 324,00 galleria interi € 240,00
BIGLIETTI
Platea intero € 30,00 ridotto € 27,00 Galleria intero € 22,00 ridotto € 20,00
ridotti ridotti
ABBONAMENTI E BIGLIETTI
ABBONAMENTO A 9 SPETTACOLI
GIORNO E POSTO FISSO
Sal Da Vinci Stories, A che servono questi quattrini, Taxi a due piazze, Mettici la mano, Farà giorno, Il malloppo, Lo stato delle cose (seconda parte), I turni, Discorsi amorosi. *
platea interi € 225,00 ridotti € 207,00 galleria interi € 162,00 ridotti € 144,00

  • Riduzione del 50% circa sugli spettacoli fuori abbonamento acquistandoli contestualmente.

prezzi sono comprensivi di prevendita
Le riduzioni sono riservate agli under 26, over 65, ad esclusione del weekend e dei giorni festivi e prefestivi. Abbonamenti e biglietti non sono validi per la recita del 31 dicembre
GRANDI VANTAGGI per chi si abbona entro il 28 luglio
www.ilparioli.it

ORARIO SPETTACOLI
mercoledì, giovedì, venerdì, sabato ore 21.00 secondo giovedì e domenica ore 17.00 lunedì riposo
ABBONAMENTI E BIGLIETTI
In vendita dal 21 giugno fino all’ultimo giorno utile per tipologia di abbonamento. Rinnovo abbonamento fisso con prelazione del proprio posto entro l’8 settembre. I posti non riconfermati saranno messi a disposizione del pubblico.
I biglietti dei singoli spettacoli saranno messi in vendita dal 18 settembre.
I possessori di card libera potranno scegliere il proprio posto a partire dal 18 settembre.
Dopo l’emissione non sarà più possibile sostituire o annullare singoli biglietti e biglietti di card. Sono previste ulteriori riduzioni su abbonamenti e biglietti per Cral, Scuole, Gruppi, Associazioni convenzionate, contattando l’Ufficio Promozione.
UFFICIO PROMOZIONE
Via Giosuè Borsi, 20
TELEFONO 06 5434514 -Servizio WhatsApp 3516907583 E-MAIL: promozione@ilparioli.it – scuola@ilparioli.it ORARIO DI APERTURA
Dal lunedì al venerdì ore 9.30–13.30/14.30–17.30.
BIGLIETTERIA
Via Giosuè Borsi, 20
TELEFONO 06 5434851 -Servizio WhatsApp 3517211283
E-MAIL: biglietteria@ilparioli.it
ORARIO DI APERTURA
Fino al 13 ottobre dal lunedì al venerdì ore 10.00–13.30/14.30–19.00. Sabato e domenica chiuso. Chiusura estiva 31 luglio – 27 agosto.
Dal 17 ottobre, dal martedì al venerdì 10.00–13.30/14.30–19.00. Sabato e domenica 12.00–19.00. Lunedì chiuso.
La biglietteria dopo le 19.00 resterà aperta fino ad inizio spettacolo solo per le operazioni riguardanti lo stesso.
PARCHEGGI CONVENZIONATI
● Parioli Garage – Viale Parioli,162 Tel. 06 8082380
● Garage Parioli 2000 – Viale Parioli 11/c Tel. 06 8076188
● Parking Locchi – Via Vittorio Locchi, 15 Tel.06 89134837 * chiude alle ore 21.00* *Domenica chiusi

Comunicato Stampa

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