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Marco De Antoniis: Volevo fare solo il rapper, ma a trenta anni ho capito di essere un astronauta. Incontro con l’Autore al Diana.

Questa mattina nel Foyer del Teatro Diana è stato presentato il libro di Marco De Antoniis: Volevo fare solo il rapper, ma a trenta anni ho capito di essere un astronauta.

Moderato dalla giornalista Roberta Ammendola.

Il libro racconta fino ai suoi 30 anni. Storie della sua vita, parentesi belle e brutte.
Incontri casuali e belli, pieni di aneddoti. Marco studiava ingegneria all’università, perché voleva fare l’astronauta.  Ma voleva fare anche il rapper, è stato il primo a proporre il rap in italiano trent’anni fa , iniziando a cambiare delle canzoni famose, dall’inglese all’italiano.
Così Marco inizia a proporsi tra i vari produttori…. E così incontra un produttore che all’epoca stava organizzando un tour per Modugno.
Il produttore credendo che Marco sia molto bravo con l’inglese, lo prende per un interprete e così inizia il tour con Modugno come interprete.


“Ho avuto la fortuna di conoscerlo, ho fatto i primi spettacoli con lui a Caracalla.
Un genio, un mostro, con un  grande carisma, ma allo stesso tempo dolce”
afferma De Antoniis durante la presentazione del libro.

Durante il viaggio per arrivare in America il produttore musicale del tour si innamora dell’hostess, decidendo così di sposarla e di lasciare tutto il tour nelle mani di Marco, giovanissimo, aveva diciannove anni.

Il suo esordio con lo spettacolo avviene grazie a Modugno.

“Salendo sull’aereo per andare a Roma, tornando dal tour da New York mi addormento. Al risveglio Modugno stava male, stava avendo un infarto sull’aereo. Così iniziai ad urlare, cercando di parlare inglese… finalmente convinsi il pilota ad atterrare a Parigi. Uscirono subito i giornali e sopra c’era scritto un ragazzo che parla benissimo l’inglese ha salvato la vita a Modugno. Da lì l’inizio della mia carriera. Ho lavorato con tanti artisti…”

Nel libro si parla anche di tanto altro, dalle figure più importanti della sua vita come il nonno, il papà ed il fratello, a tanti aneddoti carini della sua vita fino ai 30 anni. Ogni storia raccontata ha un perché ed è correlata a quella successiva, come se ci fosse un filo sottile che unisce tutto. Per Marco “la fortuna di un uomo dipende dalla sfortuna di un altro” e forse è proprio questo il “filo conduttore” di tutta la sua vita fino ai 30 anni, perché il libro finisce al compimento del suo trentesimo compleanno, dove finisce la sua adolescenza e la sua gavetta.

Il libro autobiografico che parla della Roma anni 80 e 90, degli scontri generazionali che sono sempre esistiti, del bullismo e della determinazione che alla lunga, ti fa raggiungere traguardi mai nemmeno lontanamente immaginati.

All’età di trenta anni a Marco De Antoniis gli è cambiata la vita.

 “Alla fine ho capito che i sogni si trasformano, nel senso che a vent’anni volevo fare il rapper, ma anche l’astronauta, ma poi tutte queste esperienze mi hanno fatto diventare quello che sono oggi. Il sogno che riesci a realizzare e meglio di quello che avevi pensato all’inizio.”

Da una semplice targa scoperta grazie ad un parcheggio a Roma, dove scopre che lì era nato Collins (uno degli astronauti che era riuscito ad andare nello spazio) si chiude il libro e si apre un’immensa storia. La storia di Marco.

Alessandra Vergara

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