Occhio All’Artista Magazine in occasione dei fatti di cronaca che sono accaduti ha deciso di dare la parola alla cultura, ai poeti, agli insegnanti, alle famiglie, affinché si metta in evidenza la cultura e si finiscano tali abusi sia fisici che morali, psicologici, omicidi e tante cose che non appartengono al vivere civile. Diciamo basta alla violenza.
Oggi la parola al poeta, insegnante Vincenzo Afiero. Poeta e insegnante di grande sensibilità umana e culturale.
Questo è il suo pensiero.
“La cultura permette di distinguere tra bene e male, di giudicare chi ci governa. La cultura salva.” Claudio Abbado
Mi capita di osservare gli sguardi e i volti dei miei giovani studenti. Vorrei entrare per un attimo nella loro mente, nei loro pensieri, capire le loro preoccupazioni, i loro sogni, il loro mondo. La consapevolezza di un futuro, le ambizioni, le aspettative e i tanti progetti prendono forma nella vita che li attende. Ho il piacere di trascorrere poco tempo con loro, discutendo sempre della bellezza della vita e della libertà.
Poi d’improvviso mi ritrovo nuovamente catapultato nella triste realtà che viviamo: realtà difficile, quella dell’area a nord di Napoli e di tutto il suo comprensorio.
La mia mente s’interroga continuamente: quale futuro attende i nostri figli?
Molte le risposte, non positive ovviamente. Purtroppo assistiamo con profondo senso di impotenza, ai tanti fatti di cronaca nera, che vedono tristemente il nostro territorio e i nostri giovani protagonisti in negativo. Essendo un docente di scuola statale secondaria di primo grado con l’hobby della poesia in lingua napoletana, mi chiedo come mai tanti giovani, anche miei discenti,siano interessati, ammirati, estasiati da serie televisive e fictioncome “Gomorra”, “Mare fuori”, che rappresentano soltanto e unicamente la negazione e il male.
Da un punto di vista pedagogico ritengo che il loro messaggio non sia né costruttivo né educativo, perché mitizzano personaggi malavitosi, esempi assolutamente negativi, “eroi del male”. Le azioni violente, delittuose, orrende, criminali sono da condannaree non da “esaltare”.
La passività con cui molti adolescenti subiscono queste “gesta eroiche criminali” è devastante: è una sorta di venerazione, perchèi giovani ne imitano i linguaggi e i comportamenti.
Si parla da anni nelle scuole di bullismo, di cyberbullismo, di “baby gang”, di microcriminalità, di giovani delinquenti, che nella violenza e nella forza fisica trovano il motivo della loro esistenza.
È tempo di agire. Non bisogna attendere nuove mattanze e altre azioni violente e delittuose. I nostri figli diventano grandi, con gli occhi e il cuore ancora da bambini. Crescono in fretta, si creano nuove amicizie, iniziano i primi amori, fatti di incoscienza, di timidezza, di innocenza.
La scuola, la famiglia, la chiesa, le tante agenzie educative e formative hanno un ruolo importante e decisivo in questa fase della loro crescita; essere guida in un cammino consapevole, responsabile, costruttivo.
I nostri giovani devono credere in sè stessi, devono avere il coraggio di cercare nella cultura, i nuovi saperi, la loro direzione di vita; improntata sulla “bellezza” dei sentimenti, attratti eincuriositi da modelli di riferimento validi e degni di imitazione, unici, esemplari e originali.
Guardare oltre le proprie paure e le incertezze, rafforzare la costruzione di un sé positivo attraverso la cultura e lo studio.
La cultura come unica ancora di salvezza in un mondo dove il materialismo, il consumismo, l’egoismo, l’edonismo rappresentano purtroppo la sconfitta etica e sociale.
In qualità di docente e di poeta, il mio auspicio è quello di vedere, negli occhi e nei cuori di questi adolescenti, la luce di un riscatto sociale e morale. Bisogna a mio avviso mettere in campo una forza sinergica tra le agenzie educative: la famiglia, in primis, la scuola, la chiesa, le associazioni libere, comprese le forze dell’ordine, che quotidianamente, con azioni di informazione, prevenzione e repressione, educano al rispetto delle regole civili e delle leggi.
L’educazione alla legalità nelle scuole, di ogni ordine e gradodeve rappresentare un momento di inclusione sociale come modello comportamentale nel rispetto delle leggi e dellaCostituzione. Mi piacerebbe che s’introducesse nelle scuole una nuova disciplina d’ insegnamento: l’educazione sentimentale, rappresentata attraverso l’amore, la bellezza, il coraggio, la solidarietà, il rispetto, l’aiuto reciproco, il bene comune.
Infine vorrei ricordare che nei giorni scorsi è stato pubblicato in G.U. il cosiddetto decreto Caivano (Decreto Legge 15 settembre 2023, n.123 concernente le “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale”.
Il provvedimento entrato in vigore il 16 settembre u.s., ha lafinalità di contrastare la dispersione scolastica, ridurre i divari territoriali e l’abbandono precoce, nonché prevenire processi di emarginazione sociale.
Le scuole a cui sono destinati i fondi, individuate sulla base dei dati relativi alla fragilità negli apprendimenti, come risultanti dalle rilevazioni nazionali dell’INVALSI, metteranno in campo nei prossimi mesi, azioni e iniziative atte al rafforzamento delle competenze di base degli studenti; inoltre promuoveranno misure di mobilità studentesca per esperienze fuori contesto di origine, strategie didattiche innovative e il supporto socio-educativo.
Prof. Vincenzo Afiero