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Massimo Dapporto, Antonello Fassari in IL DELITTO DI VIA DELL’ORSINA. Uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah al Teatro Ambra Jovinelli

Uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah

IL DELITTO DI VIA DELL’ORSINA 

di Eugène-Marin Labiche
traduzione Andrée Ruth Shammah e Giorgio Melazzi
adattamento e regia Andrée Ruth Shammah

con Massimo DapportoAntonello Fassari,
Susanna Marcomeni
e con Marco BalbiAndrea Soffiantini, Christian Pradella

musiche Alessandro Nidi
scene Margherita Palli
costumi Nicoletta Ceccolini
luci Camilla Piccioni
sagome tratte dalle opere di Paolo Ventura

aiuto regista Benedetta Frigerio
assistente alla regia Diletta Ferruzzi
assistente allo spettacolo Lorenzo Ponte
assistente alle musiche Fabio Cherstich con contributi di Michele Tadini
assistente scenografa Francesca Guarnone

fondali Rinaldo Rinaldi
arredi Plinio il Giovane
pittore scenografo Santino Croci

direttore dell’allestimento Paolo Casati
macchinisti Alberto Accalai, Riccardo Scanarotti
elettricista Oscar Frosio
fonico Matteo Simonetta
sarta Nada Campanini

scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti e FM Scenografia
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni

produzione Teatro Franco Parenti 

durata 1h15 minuti


Massimo DapportoAntonello Fassari, saranno i protagonisti, dal 6 al 17 dicembre al Teatro Ambra Jovinelli di IL DELITTO DI VIA DELL’ORSINA di Eugène-Marin LabicheUno spettacolo di Andrée Ruth ShammahIl delitto di Via dell’Orsina è uno degli atti unici più conosciuti di un gigante della drammaturgia come Eugène Labiche, padre nobile del vaudeville, talento prolifico e sopraffino capace di svelare, con indiavolate geometrie di equivoci e farse, il ridicolo nascosto sotto i tappeti della buona borghesia. In scena con Massimo DapportoAntonello Fassari: Susanna Marcomeni e con Marco BalbiAndrea Soffiantini, Christian Pradella.

Due uomini, un ricco nobile ed elegante, Massimo Dapporto, eun proletario rozzo e volgare, Antonello Fassari, si risvegliano nello stesso letto, hanno le mani sporche, le tasche piene di carbone e non ricordano nulla di quanto accaduto la notte precedente. Quando dal giornale apprendono della morte di una giovane carbonaia si convincono di essere stati loro a commettere l’omicidio. Per i due protagonisti, disposti a tutto pur di sfuggire alla colpa e mantenere le apparenze, non resta che far sparire ogni prova. 

Andrée Ruth Shammah che firma la regia e, assieme a Giorgio Melazzi, l’adattamento, mantiene intatta la struttura della pochade e del gioco indiavolato degli equivoci, ma vira al noir seminando inquietudini all’ombra di qualcosa che incombe. La Francia perbenista e ottocentesca di Labiche diventa l’Italia del primo dopoguerra, prefascista e conformista. Alcune battute e personaggi sono “rubati” da altri lavori del drammaturgo francese per dare più spessore alle sottotrame e rendere più stratificata la vita che c’è dentro. Un sottile turbamento, fatto di piccole sospensioni, guida gli attori. Clownerie e astrazione beckettiana, il ritmo del vaudeville e la tradizione del teatro brillante italiano si incontrano in un vaudeville noir che fa ridere e pensare e che con i suoi vorticosi intrecci riesce a raccontarci, in modo non scontato, il disorientamento che stiamo attraversando.
Una vicenda fatta di tensioni che gioca con i tanti tic di oggi e mette in scena il contrasto tra come vogliamo apparire e come siamo davvero dentro la solitudine che ci attanaglia.

Eugène Labiche (Parigi 1815-1888) ha firmato in quarant’anni ben 174 copioni fra commedie e atti unici, scritti da solo o in collaborazione con altri autori. Una frenetica attività drammaturgica che ha prodotto alcuni capolavori come Il cappello di paglia di Firenze, ed è culminata con due messinscene alla Comédie Française e la chiamata all’Académie Française. Fu consacrato anche come il “re del teatro da boulevard”, genere di teatro leggero e comico allestito in teatri parigini a gestione privata, come il Palais-Royal, dove il drammaturgo mise in scena anche L’Affaire de la rue de Lourcine nel 1857, e 29 degrés à l’ombre nel 1873. Nelle due pièce, pubblicate da Liberilibri nella collana «il Circo» del 2014, Labiche sbeffeggia la sua classe sociale, la borghesia, cogliendone la profonda contraddizione tra l’essere e l’apparire.

Estratti di rassegna stampa

Così una commedia come questa di Eugéne Lebiche trova, più che una pura regia, una versione completa perfetta: traduzione, parziale riscrittura, aggiunta di due personaggi, due camerieri, inserto di canzoni per l’occasione composte: Shammah non è esclusivamente regista, qui, ma regista drammaturgo […] Ma non fa la morale, fa teatro, che è svelamento per incanto, e teatro comico, che è il sorriso integratore della conoscenza. E trova, in questa versione Shammah, una sua rappresentazione ideale. Utile, necessaria a tutti noi che viviamo nel semibuio da tanto tempo, e a cui il teatro può ridare luce, dal buio. Roberto Mussapi, Avvenire.


Nella regia di Shammah si riconosce la volontà di spostare l’attenzione sull’ invenzione del teatro e il lavoro degli attori. E Massimo Dapporto è vitale, ironico, profondamente attore, e spesso vi si sovrappone il ricordo del padre, il grande Carlo; Antonello Fassari è il clown col naso rosso, scanzonato e guitto. Anna Bandettini, La Repubblica 

Una superba prova attoriale del duo Dapporto-Fassari che sbeffeggia con estrema serietà la borghesia perbenista e conformista che Eugene Labiche collocò nella Francia dell’Ottocento e che Andrée Ruth Shammah, sposta nell’Italia del primo Dopoguerra. Antonio Sanfrancesco, Famiglia Cristiana.

Senza forzature e appesantimenti ideologici, ma mettendo al centro, come sempre nei suoi lavori, il piacere del teatro, Andrée Ruth Shammah è riuscita a fare in modo che dietro, e dentro, il sorriso risuonassero anche note amare, e persino un po’ inquietanti. Rinaldo Vignati, Cultweek.

Info orari e prezzi
https://www.ambrajovinelli.org/il-delitto-di-via-dellorsinadal-6-al-17-dicembre/

Acquista il biglietto 

https://teatroambrajovinelli.vivaticket.it/it/event/il-delitto-di-via-dell-orsina/217303?qubsq=d62b3713-bd17-42b5-82ac-11c50cc6110b&qubsp=299921c9-939d-4419-895e-849fde901229&qubsts=1701278088&qubsc=bestunion&qubse=vivaticketserver&qubsrt=Safetynet&qubsh=d4213a1b09f72f32aaa8de401482a208

Orari repliche

mercoledì06 dicembre 2023ore 21:00    
giovedì07 dicembre 2023ore 21:00    
venerdì08 dicembre 2023ore 19:30    
sabato09 dicembre 2023ore 16:30    
sabato09 dicembre 2023ore 21:00    
domenica10 dicembre 2023ore 17:00    
martedì12 dicembre 2023ore 21:00    
mercoledì13 dicembre 2023ore 19:30    
giovedì14 dicembre 2023ore 19:30    
venerdì15 dicembre 2023ore 21:00    
sabato16 dicembre 2023ore 21:00    
domenica17 dicembre 2023ore 17:00    

Teatro Ambra Jovinelli

Via Guglielmo Pepe, 45, 00185 Roma RM

Orario Botteghino

dal martedì al sabato ore 10:00-19:00 – domenica ore 14:00-16:00

Il botteghino sarà aperto a partire da un’ora prima ogni replica per la sola vendita dello spettacolo in programma

Biglietti a partire da 17 euro fino a 37 euro

Informazioni e Prenotazioni 06 83082884 – 06 83082620

Comunicato Stampa

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