Sul Golgota a spirar. Canti penitenziali della Settimana Santa a Minori è il titolo del volume che sarà presentato domani, sabato 5 maggio, alle 10:30, presso il conservatorio di musica san Pietro a Majella. |
La pubblicazione, curata da Pasquale Scialò e Francesca Seller per l’editore Squilibri, documenta e studia compiutamente l’antica tradizione penitenziale che si tiene ogni anno a Minori sulla costiera Amalfitana, nel periodo pasquale, con un percorso che inizia e si conclude nella sede dell’arciconfraternita del SS. Sacramento e attraversa tutto il paese.
Alla presentazione interverranno Serena Facci, etnomusicologa dell’università Tor Vergata di Roma, e i docenti del conservatorio partenopeo Marta Columbro e Paologiovanni Maione. Saranno presenti i due curatori del volume e gli autori dei saggi presenti nel libro. Al termine i Battenti daranno una prova dal vivo della struggente bellezza dei loro repertori e si svolgerà una visita guidata della biblioteca del conservatorio.
Con un significativo corredo fotografico e, per la prima volta, la versione integrale dei canti che accompagnano e cadenzano la processione rituale, il volume con due cd allegati è il punto di arrivo di un articolato programma di ricerca promosso dalconservatorio di musica Giuseppe Martucci di Salerno, che ha registrato l’intensa partecipazione di studenti e cittadini interessati ai temi della musica paraliturgica dell’area meridionale.
Sul Golgota a spirar – il titolo riprende l’incipit di uno dei canti repertoriati – indaga i diversi fattori che concorrono alla definizione del rito, avvalendosi di trascrizioni musicali e della partecipazione di numerosi studiosi di religiosità popolare in una chiave interdisciplinare e con un’accentuata attenzione agli aspetti musicali. Accanto ai saggi dei curatori, il libro contiene contributi di Luigi Aceto, Vincenzo De Gregorio, Candido Del Pizzo, Cristiana Di Bonito, Raffaele Di Mauro, Ignazio Macchiarella, Gioacchino Mansi, Matilde Mastroberti e Antonello Mercurio.
Protagonisti indiscussi della cerimonia sono i Battenti, i peccatori incappucciati, che, vestiti di un lungo camice bianco, con il volto coperto e cinti da una rozza corda, nei giorni di Giovedì e Venerdì Santo annunciano gli ultimi eventi della vita del Cristo, servendosi di gesti rituali che, simbolicamente, esprimono il desiderio di espiazione per i peccati del mondo. Parte significativa e preponderante del rito, nonché la ragione principale del suo enorme fascino, sono le melodie penitenziali che i Battenti intonano, secondo complesse modalità esecutive codificate dalla tradizione, nel loro mistico procedere per scale scoscese e sentieri a volte anche impervi. Nei due toni caratteristici – «a tono ‘e vascio» e «a tono ‘e ‘ncoppa» – si sviluppa così un canto intenso e profondo che parla al mondo dell’immortalità dell’anima.
Nella valutazione dei canti penitenziali di Minori – anche nei suoi rapporti con le tradizioni orali e colte del territorio – è emerso che, nella trasmissione di generazione in generazione, la componente verbale è codificata in un libretto adottato fedelmente dai penitenti, mentre quella musicale è appresa dai membri della comunità “a orecchio”, secondo una sequenza stadiale che dalla prima infanzia arriva alla maggiore età per poi stabilizzarsi a partire dall’avvenuta “muta della voce”.
Comunicato Stampa