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Gilda Valenza: “La fotografia nasce prima nel cervello, bisogna imparare a saper guardare per poi trasmettere le emozioni provate”.

Gilda Valenza,  una donna che racchiude nelle sue fotografie “attimi”…

Mentre guardi le sue foto sembra di ritrovarti lì con lei a quel momento in cui l’ha scattata.

Chi non la conosce? A volte mi chiedo c’è qualche artista che non abbia fotografato?

Decido di farle un’intervista per i miei lettori di Occhio All’Artista Magazine…

Buona lettura.

 

Come e quando inizia la tua carriera fotografica?

Sin da piccola ho amato disegnare.

Ho anche dipinto, ma l’immediatezza della macchina fotografica non era paragonabile.

Conobbi D’Avenia, un fotografo famoso negli anni ’70, lui credette nelle mie capacità e mi insegnò ad usare la Rolleiflex,una macchina fotografica 6×6, quelle che si guardano dall’alto con due obiettivi nella parte anteriore.

Dopo alcuni anni passai alla 35 mm, le macchine fotografiche che si vedono attualmente, prima portavano il rullino ed ora una scheda fotografica. Così capii subito che questo strumento mi apriva le porte di posti dove gli altri non potevano entrare. Era diventato un passaportout per entrare nei teatri, partecipare a grandi eventi…

Quando hai capito che questa tua passione poteva diventare un lavoro?

Presto mi volle l’Hotel Excelsior per la loro rivista il “Ciga Magazine”. Nel loro albergo passavano tutti i personaggi più importanti, attori, registi, politici, scrittori, ballerini e pittori. Essendo molto giovane non mi rendevo neanche conto della loro importanza, per cui li fotografavo con molta naturalezza. Fotografare era diventata una passione!!! Mi sono anche specializzata, nel frattempo, in fotografia archeologica. Ho lavorato al Museo Nazionale di Napoli, a Pompei, per vari archeologi e su vari scavi.

Hai fotografato i momenti più illustri della città di Napoli e i grandi “miti” dello spettacolo, del cinema, della politica  che sono arrivati in città, un tuo personale ricordo?

Ho troppi ricordi per poterne estrapolare uno…Una piccola passeggiata lungo i giardini di palazzo reale con Dario Fo che mi parlava di suoi progetti futuri e che mi chiese del mio lavoro facendomi arrossire…ricordo ancora una bella frase che mi sussurrò Pupella Maggio nell’orecchio che porto sempre nel mio cuore…

 Ho notato che spesso gli stranieri sono più alla mano, molti nostri attori sono distanti, si sentono diciamo più “divi”. Comunque ho imparato che più sono grandi più sono gentili, comprensivi del lavoro che svolgo!!!

Sei stata premiata dal Comune di Napoli con il sindaco Iervolino. Ci racconti qualcosa?

Col sindaco Rosa Russo Iervolino ebbi da subito un buon rapporto: eravamo due donne che lavoravano in ambiti prevalentemente maschili. Una donna di rara signorilità, è stato sempre un vero piacere fotografarla. Il riconoscimento mi è stato dato per aver colto l’anima della città, la sua bellezza, la cultura che esprime. Per me è stato un grande onore riceverlo!

Come stai vivendo questo momento particolare?

In questi mesi di forzato riposo sto tentando di mettere ordine nel mio archivio. Il materiale digitale è abbastanza semplice da catalogare, con i negativi ho molti problemi perché sono migliaia. Sto scoprendo eventi di cui avevo perso la memoria. Ho fotografato di tutto, dagli incontri del cinema di Sorrento, al premio Angelo Rizzoli ad Ischia… ho foto scattate nei maggiori teatri napoletani, sono stata fotografa dell’Azienda soggiorno cura e turismo di Napoli dagli anni’80, dell’Ente provinciale e turismo. Ho lavorato per varie associazioni, enti, ho fotografato i grandi eventi che si sono svolti a Napoli. Ho lavorato per le università, per il regista Maurizio Scaparro, di cui ho un bellissimo ricordo, per il Napoli Teatro Festival… L’elenco sarebbe molto lungo.

Un consiglio che dai hai giovani che vogliono intraprendere la tua stessa carriera?

Ho insegnato fotografia dalle scuole elementari all’università. La fotografia oggi è alla portata di molti, ma non basta pigiare un tasto per avere una buona foto!

Se si vuole intraprendere la mia carriera consiglio come prima cosa l’essere educati, se ci si approccia con educazione si ha una maggiore collaborazione da parte di chi viene fotografato, poi molta pazienza… questo lavoro è fatto di attese, è un lavoro che ci costringe in piedi a volte per ore.

La fotografia nasce prima nel cervello, bisogna imparare a saper guardare, bisogna cercare di emozionare con una foto, trasmettere quello che in quel momento si è provato. Non basta fare una foto tecnicamente perfetta, bisogna cogliere l’attimo! L’attimo non si insegna, lo si sente, è quello che ho sempre cercato di trasmettere ai miei alunni. Ho avuto degli ragazzi che mi hanno sorpreso per la loro bravura, i giovani hanno tanto da esprimere e io cerco di insegnare loro come comunicarlo attraverso le immagini.

Progetti futuri?

Per il futuro spero di poter fare un’altra mostra, ho calcolato di avere oltre 500 personaggi immortalati. Sarebbe bello poterli esporre in un’unica mostra!!! Sono portata a guardare avanti con positività.

 

Una gallery di foto scattate da Gilda Valenza 

 

Giuseppe Nappa

 

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