Il 12 Luglio 1989 l’artista Annamaria Colasanto debutta alle Terme di Agnano con la grande Luisa Conte per la prima volta in vita sua. E per questo grande anniversario ho pensato di intervistare una grande attrice simbolo artistico della nostra Napoli tradizionale e teatrale. Con un bel caffè napoletano iniziamo la nostra chiacchierata.
Come e quando inizia la sua carriera artistica?
Quando scopre che questa passione, poi, diventa un vero e proprio lavoro.
Ho sempre cantato, in casa mia cantavano tutti, i miei erano figli d’arte ma questa è un’altra storia che nessuno sa e che un giorno vorrò raccontare, magari a te, Giuseppe che sei l’espressione della pulizia, della purezza d’animo e della verace passione per la nostra tradizione e non un giornalista da strapazzo a caccia si scoop.
Accompagnai Paolo Coletta, oggi affermato regista e musicista, a fare un provino al Teatro Bellini, non si erano presentati tutti i prenotati e convinsero anche me a mettermi alla prova, al pianoforte il Maestro Antonio Sinagra mi chiese di cantare una canzone ma non ne conoscevo una per intero e gli feci il ritornello di “Passione” te voglio, te penzo, te chiammo…
Non avevo niente di recitato, raccontai una barzelletta, degli aneddoti e andai via con il classico “Le faremo sapere” ma che m’hanna fa’ sapè, pensai.
Lei ha conosciuto e lavorato con un grande mito: Luisa Conte.
Il giorno 12 luglio 1989 ha debuttato in compagnia con Luisa Conte ed Enzo Cannavale, 35 anni di carriera. Ci parli del teatro, delle sue emozioni in scena e/o nel vederli in scena e di qualche annedoto riguardo questi grandi e meravigliosi personaggi della nostra terra?
Dopo qualche giorno, ai primi di luglio, siamo nell’89, una telefonata dal Teatro Sannazaro, pensai subito ad uno scherzo anche perchè il provino lo avevo fatto al Bellini quindi chi mi canzonava era pure male informato…. “No signorina sono Antonio Sinagra, vorrei che venisse domattina alle 10 al Sannazaro” Marò Maestro sempre questi provini di mattina presto che la voce non è al massimo… “No” mi rispose “tu non vieni a fare un provino, tu vieni a firmare il contratto”.
Non so bene dove arrivarono le mie urla di felicità…
Al Sannazaro stavano provando La Festa di Montevergine di Raffaele Viviani per la regia del compianto Armando Pugliese che ci ha lasciato poco tempo fa. Un’attrice dovette lasciare per motivi suoi e non c’era tempo per fare dei provini, Sinagra che mi aveva sentito al Bellini mi propose alla Signora Conte e dopo una decina di giorni, il 12 luglio 1989 andai in scena, per la prima volta in vita mia, alle Terme di Agnano, 1.400 spettatori a sera, tutte le sere e non stavo sognando, comunciava la mia avventura nel mondo dello spettacolo con un capolavoro immortale, che ancora oggi vince premi e riscuote grande successo e di cui, fiera, faccio parte grazie a Lara Sansone che ancora tiene stretta la mia mano dimostrandomi la sua stima professionale e l’amicizia nei miei confronti.
Cosa si prova a sapere che,
lei, ha avuto la fortuna di aver lavorato con dei mostri sacri come De Simone, la Conte?
Un’avventura, la mia, proseguita alla grande al fianco di Luisa Conte, Enzo Cannavale, Carlo Giuffrè, Massimo Ranieri, Carlo Croccolo, Nicola Piovani, Antonio Casagrande, Regina Bianchi, Gigi Finizio e Barbara Cola nel Masaniello di Tato Russo che tornerà presto in scena, Nunzio Gallo, Antonello Rondi, Giuseppe Cionfoli, Gino Latilla, Carla Boni, Nilla Pizzi, Gigi D’Alessio e il mito “La Gatta Cenerentola” diretta dal Genio Roberto De Simone, poi Sona Sona rappresentato per il Presidente della Repubblica Ciampi e tanto altro che faccio pure fatica a ricordare.
Un consiglio che può dare ai giovani, visto che oggi, i tempi sono cambiati e viene quasi non valorizzata più la parola arte.
Un sogno diventato realtà, una vita densa, ricca di emozioni e di privilegi, l’essere stata accanto a questi “mostri sacri” del nostro tempo, vederli lavorare, seguirne l’esempio, il rigore, il rispetto, l’educazione, la professionalità… Sai, Giuseppe? In un tempo in cui le scuole di Teatro spuntano come funghi io mi sento di dover ringraziare per aver vissuto quando il Teatro era scuola di vita e vorrei dire ai giovani studiate ma non come si sta sul palcoscenico studiate chi ci è stato prima di voi e fatene tesoro, prendetene esempio fate in modo che mai più si possa dire “Non ne nasceranno più” non è vero, nascono eccome, siete voi ma per diventarlo dovete seguire il giusto insegnamento da chi ha scritto la storia e, attraverso il materiale che ci ha lasciato, la consegna nelle vostre mani.
Un suo personale saluto ai lettori di Occhio All’artista Magazine…
Poi, ad un certo punto, il cambiamento, la rivoluzione, la mia vita stravolta dalla partenza per l’Australia nel 2002 dove dovevo fare 8 concerti e dove, invece, ho vissuto 16 anni perchè ho incontrato mio marito, tuo collega, giornalista della radio e del giornale italiano d’Australia, altra magnifica avventura lunga da raccontare… Quanto tempo ho? No, scherzo te la risparmio ma resto sempre a tua disposizione e non è una sviolinata, io ti seguo, guagliò, e tu sei degno del successo che ti stai costruendo perchè stai mettendo sù la tua carriera pietra su pietra con sacrificio ed abnegazione, con l’impegno e la responsabilità senza mai pensare che siano abbastanza, sei sempre alla ricerca di qualcosa in più da donare ai tuoi lettori che approfitto per salutare e ringraziare perchè hanno individuato in te tutte le doti che hai e sanno che possono fidarsi del giornalista e dell’uomo che sei.
Grazie Occhio all’artista Magazine, grazie Giuseppe Nappa
Buona estate a tutti.
Giuseppe Nappa