La Recensione.
Lo spettacolo è ispirato alla pellicola cinematografica e ripropone le scene più esilaranti del film come “il cavalluccio rosso”, ”la lavastoviglie”, “la 500 tappezzata di giornali” e, naturalmente, il mitico contrasto tra il professor Bellavista e il direttore dell’Alfasud, Cazzaniga.
La scenografia riproduce molto bene la facciata del grande palazzocome nel film con scale praticabili dall’interno e vari elementi come il negozio di arredi sacri, il cenacolo, l’areo ed addirittura l’ascensore.
L’adattamento teatrale del celebre film non ha assolutamente deluso le aspettative.
La regia è di Geppy Glejeses che interpreta il professor Bellavista con grande naturalezza. Il personaggio di Gennaro Bellavista, professore di filosofia, non era un personaggio facile da interpretare, dato che nella pellicola cinematografica è interpretata dall’immenso Luciano De Crescenzo. Marisa Laurito, moglie di Bellavista a cui riesce a dare la sua impronta di attrice e di donna di spettacolo come solo lei sa essere. Bravissimo Benedetto Casillo che a distanza di tantissimi anni torna ad indossare i panni del sostituto portiere di riserva.
La storia dello spettacolo, come tante delle battute che lo hanno reso molto famoso e’ conosciutissima.
Sinossi dello spettacolo: Professore in pensione e filosofo per passione, Bellavista non si rassegna all’inattività e continua a insegnare. Nel palazzo in cui vive con la moglie Maria, una straordinaria Marisa Laurito, e la figlia Patrizia, Bellavista tiene lezioni di filosofia ad una ristretta cerchia di discepoli: il vice sostituto portiere Salvatore (Benedetto Casillo), il netturbino Saverio (Vittorio Ciorcalo) e Luigino, il poeta (Gino De Luca). Con un busto di Socrate sempre accanto e una carta geografica a portata di mano, il professor Bellavista espone agli amici, riuniti attorno a un tavolo, la sua teoria che il mondo si divida in “uomini d’amore” e “uomini di libertà”. Napoli è per definizione la città dell’amore.
Sempre emozionante la scena nell’ascensore guasto tra Cazzaniga e Bellavista, qui il professore si renderà conto che ha basato la sua antipatia per il vicino su degli stereotipi, perchè in fondo “siamo tutti i meridionali di qualcuno”!
Un grazie speciale quindi a tutto il cast degli attori per le emozioni che hanno trasmesso, quando si parla poi di Napoli tutto diventa poesia, magia!
Per chi volesse vedere lo spettacolo è ancora in scena al Teatro Augusteo fino al 28 novembre.
Giuseppe Nappa