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“Gli onesti della banda”, una sorprendete riscrittura del celebre film con Totò e Peppino

Gli onesti della banda è una libera riscrittura teatrale del film la Banda degli onesti del 1956, firmata da Diego de Silva e Giuseppe Miale di Mauro che ne ha curato anche la regia, andato in scena il 28 febbraio al Teatro Diana di Napoli.

Per chi non avesse mai visto questo classico del cinema ricordiamo che La banda degli onesti è un film diretto da Camillo Mastrocinque, basato su una sceneggiatura di Age e Scarpelli, con protagonisti Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia che rispettivamente nei panni di un portiere napoletano di un condominio, un tipografo e un pittore mettono su una banda di falsari di banconote perchè pieni di debiti.

Riportare in vita film di grande successo e stavolta in teatro sicuramente non è stato facile, soprattutto data la riscrittura in una chiave del tutto moderna…

I ruoli principali sono stati mantenuti, ovvero il portiere Tonino e l’amico tipografo Peppino (nel film Totò e Peppino, quì Adriano Pantaleo e Giuseppe Gaudino)… Tonino un laureato in filosofia che, non trovando lavoro, decide di ereditare la portineria del defunto padre, e il suo migliore amico Peppino, che gestisce la tipografia di famiglia ed è perseguitato dai debiti…una diversa versione è stata data al ragionier Casoria, che non è più solo l’amministratore del Palazzo ma diventa anche il terzo membro della banda, un bravissimo Francesco di Leva. Poi la moglie del portiere Angela interpretata da Irene Grasso, il finanziere Michele che non è più il figlio ma il fratello del portiere (Ivan Castiglione) – e alla fidanzata di quest’ultimo Giulia, sorella di Peppino in scena Luana Pantaleo, è stato poi introdotto il boss della zona Don Mimmuccio interpretato da Ernesto Mahieux.

Essenziale e semplice la scenografia, ma allo stesso tempo esaustiva di Luigi Ferrigno che evidenzia davvero bene i luoghi potremmo dire “emblematici della vicenda” portineria e tipografia che alla fine si trasformano poi  nella prigione.

Tutto ha inizio da quando il ragionier Casoria avverte il portiere che il condominio vuole vendere il suo appartamento per pagare le spese di rifacimento dei balconi, l’unico modo per non perdere casa e lavoro è . Ma come fare, senza soldi?  Il ragioniere propone di fabbricarli falsi essendo in possesso di una carta filigranata per stampare banconote di 10 euro. Anche il tipografo Giuseppe versa nelle stesse condizioni disperate tra passivi e pizzo che deve al guappo del quartiere Mimmo e quindi si convincono a mettere in atto una banda di falsari… Tutto procede finché il rimorso e la voce della coscienza dei due amici non comincia a farsi sentire…

Il finale assume una valore etico e morale… dove i due (Tonino e Peppino) per “liberarsi” dalle persone del malaffare vanno in prigione per pagare la propria pena con la giustizia. Ma la libertà  è rappresentata dalla prigione: solo pagando la propria pena con la giustizia potranno essere di nuovo uomini liberi!!!

Gli onesti della banda sarà ancora in scena al Teatro Diana fino a domenica 3 marzo alle ore 18.00.

 

Giuseppe Nappa

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