Dopo l’annuncio dei 30 artisti che parteciperanno alla prossima edizione del Festival di Sanremo, fanno già discutere i testi sessisti che hanno caratterizzato la produzione musicale di molti rapper presenti. Una nota del Codacons in queste ore esprime tutto il disappunto dell’associazione guidata da Carlo Rienzi, rispetto all’opportunità di far partecipare alla gara canora, artisti che si sono connotati per un linguaggio retrogrado e violento. A “Che Rimanga tra noi”, in onda su Radio Cusano Campus e in radio visione su Cusano Italia Tv con Alessio Moriggi e Francesca Pierri, è intervenuto il cantautore Simone Cristicchi, sul pensiero libero, sulla politica e sull’urgenza di tornare alla canzone d’autore.
“Sanremo dà spazio a tutti e secondo me non può che essere una bella notizia, poi ci sono artisti che non apprezzo e altri che amo profondamente, ma si tratta di gusti strettamente personali. Totò dice una frase geniale ‘non ti piace, e tu non lo guardare’, possiamo quindi cambiare canale in certi momenti, non ci sono imposizioni dall’alto ma la libera scelta di seguire o meno un cantante o un artista in generale se risponde al tuo gusto e ovviamente al tuo livello intellettuale. Avendo letto i nomi dei miei colleghi che sono a Sanremo quest’anno, mi sento di dire che ho un bellissimo cast intorno, il plauso a Carlo Conti è di aver fatto tornare il cantautorato dopo tanto tempo sul quel palco visto che se ne era proprio persa traccia” ha dichiarato Simone Cristicchi, per poi aggiungere: “Sono un disertore che non ha bisogno di disertare. Mi reputo una scheggia impazzita sia della musica che del teatro e ho sempre trovato un grande affetto da parte del pubblico per questa mia coerenza, credo che ognuno faccia sempre scelte secondo coscienza. Mi viene in mente lo spettacolo “Magazzino 18” per cui sono stato molto criticato da una certa sinistra, anzi mi sono inimicato tutta una parte politica, ma non mi è interessato granché perché a me premeva raccontare la storia del confine orientale, la tragedia delle foibe e l’esodo giuliano dalmata e questo è stato un prezzo che ho pagato a livello politico”.
“Ho avuto la scorta in teatro per tre anni e mezzo, ci tengo a dire che all’interno della sinistra ci sono personaggi che mi hanno difeso, primo tra tutti Michele Serra, che mi dedicò addirittura un’Amaca su Repubblica, un pensiero bellissimo che ha avuto sulla libertà di espressione, di pensiero dell’arte in generale, quindi non è tutto di un colore o di un altro, ci sono anche le sfumature e al di là di questo io mi sono sempre sentito un libero pensatore” ha concluso il cantautore.
Per vedere l’intervista: https://www.cusanomediaplay.it/puntata/1920/perché-sanremo-è-sanremo?-alla-corte-del-conti-tra-brunoni-e-tony-effe-e-altri-disincanti
Comunicato Stampa