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Adriano Pantaleo: “Spillo è un personaggio che porto con me e difficilmente riesco a separarmene…”

Come dimenticarlo in Vincenzino nel film della Wertmuller “Io speriamo che me la cavo” o ancora in Spillo nella fiction tv con Massimo D’Apporto “Amico mio”.  Stiamo parlando di Adriano Pantaleo che oggi ha una carriera ricca di ruoli, dal cinema, al teatro e in tv, anche in età matura: da “Gomorra” a “Tutti pazzi per amore”. Dal 2014, insieme ad altri colleghi, partecipa all’avventura del Nest, teatro nato sulle ceneri di un edificio dismesso a San Giovanni a Teduccio. Pantaleo ora sogna di poter girare un film da regista, oltre che da attore.

 

Adriano Pantaleo, la sua carriera come attore inizia da bambino… tutti la ricordano nei panni di “Vincenzino” nel film “Io speriamo che me la cavo”. Le emozioni, le sensazioni di quel periodo?

“Io speriamo che me la cavo” è stata per me un’esperienza di vita, oltre che professionale, a cui resterò legato per sempre! Come si dice “il primo amore non si scorda mai” ! Quel film è stato il punto di partenza di una carriera che oggi poi è anche la mia vita, grazie a Lina Wertmuller, che mi ha scelto per quella parte. Posso dire che da quell’esperienza la mia vita è cambiata, se oggi sono un attore e sono quello che sono lo devo anche ad “Io speriamo che me la cavo”. Un’esperienza unica e bellissima al di là di tutte quelle che sono arrivate dopo…

Il suo rapporto con Paolo Villaggio… un ricordo particolare di lui…

Ricordo che l’incontro con Paolo Villaggio fu come dire… “favoloso”. All’epoca era il boom di “Fantozzi”, una vera e propria icona della comicità italiana. Sembrava incontrare un cartone animato…non sembrava reale!!! Poi, al di là della professionalità, io ho incontrato un uomo di un alto spessore umano…un uomo che ha dovuto anche fare i conti con degli “Scugnizzi” napoletani come noi… Una persona molto affettuosa! Un ricordo preciso? nella mia camera a Napoli ho una foto del set che ritrae Paolo Villaggio in una pausa… faceva freddissimo, aveva un cappotto doppio petto blu e sotto al suo cappotto in mezzo alla sue gambe spuntano altre due gambine…beh quelle gambine erano le mie!!!Lui mi aveva messo sotto il suo cappotto per riscaldarmi…

Poi “Amico mio” nel ruolo di Spillo…

“Amico mio” è stato un fenomeno “unico”. Parliamo forse della prima vera fiction “moderna”. Una qualità artistica altissima… un cast eccezionale come Pier Francesco Favino, Claudia Pandolfi, Paola Gassman, Ugo Pagliai, oltre ovviamente a Massimo D’Apporto… Non a caso questa fiction ebbe un successo clamoroso, con un picco di ascolti altissimo. Arrivarono tante richieste in Rai di rivedere le puntate… infatti dopo due settimane dall’ultima puntata ripartirono le puntate in prima serata… una cosa pazzesca!!! Tutto questo ovviamente per me ha significato grande popolarità e affetto… sono diventato l’amico di tutti i bambini, il nipote di tutte le nonne e il figlio di tanti genitori…dato che interpretavo un bambino orfano. E poi la vittoria del Telegatto. Spillo è un personaggio che porto con me e difficilmente riesco a separare da me stesso!!! Ancora oggi tante persone mi riconoscono come Spillo, è diventato quasi il mio secondo nome e a me questa cosa non dispiace…ovviamente da lì sono passati tanti anni, sono cresciuto e ho fatto tante altre cose.

Oggi è molto impegnato con il teatro… il rapporto “cinema-teatro- televisione” tra il passato e oggi. E’ cambiato qualcosa secondo lei?

In realtà io credo sia cambiato poco. Questa netta separazione per un attore tra il cinema, il teatro e la televisione è a mio avviso un grande errore… Non c’è una netta differenza… certo gli approcci sono diversi, ma detto questo il lavoro che un attore fa è sempre lo stesso. Io le amo tutte e tre. Se dovessi farne una classifica metterei al terzo posto la televisione, ma solo per i tempi frenetici e di una possibilità minore di “poter sviluppare” il proprio lavoro rispetto alle altre due. Ultimamente mi sono concentrato molto sul teatro, quindi mi piacerebbe anche tornare a fare più cinema. E’ pur vero che però il Teatro diventa una malattia!!!! L’adrenalina che hai nello stare in scena è una cosa a cui difficilmente riesci a sottrarti… Quest’anno, ad esempio, ho portato in scena con la compagnia del “Nest”, di cui sono anche fondatore, “Il sindaco del rione Sanità” per la regia di Mario Martone e siamo stati 5 mesi in tournée, in diversi teatri italiani. Mi reputo davvero fortunato nel poter fare un lavoro che è appunto la mia vita!!!

Quest’anno,  per quanto riguarda il Teatro, c’è una novità tra Il Nest e il Teatro Diana…

Si, è vero. E’ nata questa collaborazione che prende il titolo di “L’Arco di Diana”, oltre ad essere in scena a fine febbraio al Diana con un nostro spettacolo dal nome “Gli onesti della banda”, che è una riscrittura del film di Totò “La banda degli onesti”. Una riscrittura a cura di Diego De Silva, un’altra grande mente e pena della nostra terra. Inoltre quest’anno il Diana adotterà 5 spettacoli della nostra stagione teatrale. Noi con Il Nest (Napoli Est Teatro) siamo alla  quinta stagione che vede sempre alternane grandi big che comunque fanno da traino e compagnie di giovani talenti che, sicuramente fanno più fatica a portare pubblico a Teatro, perchè non conosciuti abbastanza. Il Diana quindi sosterrà 5 spettacoli, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista della promozione di questi spettacoli con il proprio pubblico. Ci sarà una navetta che accompagnerà il pubblico dal Vomero a San Giovanni a Teduccio (dove è il nostro teatro). Progetto che rientra totalmente nella linea programmatica  del Nest, cioè quella di “decentrare” la periferia e “accentrare” la periferia! Napoli è una città particolare! Sembra che esista un “muro” tra Via Marina e San Giovanni a Teduccio che, difficilmente viene varcato in ambo due i sensi… Il Nest cerca di abbattere queste “mura”, per poter ammirare la bellezza di Napoli in tutte le sue sfaccettature!!!

Sogno nel cassetto?

Un mio sogno… beh…ultimamente ho girato questo corto che si chiama “Sensazioni d’amore” che sta riscuotendo un ottimo successo anche tra i Festival, vincendo diversi premi. Mi sono lanciato in queste nuova esperienza di regista con un cast straordinario, come Antonio Pennarella, Viviana Cangiano, Luigi Cesarano e Giovanni Rienzo. E’ una storia che avevo in testa da tempo, scritta da Marco Marsullo. Ad un certo punto ho provato a girarla… Questo potrei dire è un sogno che ho, più che altro un progetto che mi sono posto diciamo a “mezzo termine”: quello di poter girare un film, questa volta non solo come attore, ma anche come regista.

 

Giuseppe Nappa

 

Le foto sono state concesse dall’artista.

 

 

 

 

 

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