In un bel pomeriggio anche abbastanza uggioso ascolto musica dancehall, diciamo una musica molto lontano da me. Non per età sicuramente o quasi ma per genere musicale. Ma questa musica mi incuriosisce ed un giornalista deve essere sempreincuriosito da tutto per raccontare faccio delle ricerche mi confronto con degli amici e colleghi e mi fanno il nome di questo fenomeno: Sher B. Mi metto subito in contatto con lui ed è stato un bel pomeriggio, una bella chiacchierata e soprattutto questo ci insegna che la musica non so distingue per genere.
Come nasce la tua passione per l’arte e la musica, che poi è diventata un lavoro? Come sei arrivato a essere considerato il Re Mida della dancehall italiana?
“In realtà, non ho mai pensato alla musica come a un lavoro. Sono sempre stato attratto da tutto ciò che mi circonda, da che ne ho memoria. La passione per la musica, in particolare, credo venga da mio padre. Fin da piccolo ho iniziato a suonare qualche strumento, e le emozioni e sensazioni che provavo erano davvero intense, tanto che non ho mai smesso. Come posso dire? Vedo la musica intorno a me, posso toccarla; ogni cosa ha il suo suono e la sua musica.
Non mi sono mai definito artista o musicista, se non quando qualcuno mi chiede ‘Cosa fai nella vita?’. Tuttavia, oggi sono davvero contento che ciò che faccio piaccia e, magari, possa anche aiutare qualcuno. Ovviamente, è normale che a un certo punto del tuo percorso arrivino dei riconoscimenti, e credo che sia quello il momento in cui si inizia a percepire la musica come un lavoro. Ma è più una percezione degli altri che mia.”
Perché hai scelto la dancehall e non, ad esempio, la musica leggera?
“Non ho mai classificato la musica per genere. Credo che ogni suono abbia il suo messaggio. Produco tanta musica diversa, ma non a tavolino: dipende dalla sensazione del momento. Potrebbe nascere un brano per marimba, piuttosto che per pianoforte, o un pezzo trap.
Ovviamente, sono conosciuto prevalentemente per la musica reggae, dancehall o classica, ma sono mondi totalmente diversi.”
Puoi svelarci qualche tuo progetto futuro?
“Uno dei miei futuri progetti è unificare questi due mondi musicali che mi appartengono. Altri piccoli spoiler: sto lavorando al nuovo album e sto costruendo un nuovo spazio artistico per i giovani della mia città.”
Hai un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?
“I sogni devono essere eterni, così da non finire mai, e rappresentare solo uno stimolo per raggiungere nuovi traguardi. Sognare a occhi aperti, per fortuna, non costa nulla, ma aiuta molto l’immaginazione e la creatività.”
Che consiglio daresti ai giovani che si avvicinano al mondo dello spettacolo?
“Quello che mi sento di dire ai più giovani è: studiate e cercate sempre di migliorare. Le scorciatoie vanno bene, ma ricordate che se si chiama ‘il magico mondo dello spettacolo’ c’è un motivo. Se non costruisci bene la tua carriera e un giorno si spengono i riflettori, la magia finisce e rimane ben poco.”
Giuseppe Nappa