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Aldo Marzi docente, scrittore e poeta si racconta per i nostri lettori!

Oggi sul quotidiano online Occhio All’Artista Magazine ho voluto dedicare una mia intervista al Prof. Aldo Marzi. Scrittore, poeta e grande cultore del mito Totò. Ecco la nostra chiacchierata con lo scrittore romano.

Prof. Marzi come e quando inizia la sua passione per la scrittura è allo stesso tempo quando inizia a scrivere il primo libro?

La passione per la scrittura, come per il disegno, mi accompagna fin dall’infanzia e l’adolescenza ed è strettamente collegata alla lettura e alla ricerca. Sono nato a Roma nel’49 e conservo ancora vari articoli di giornale ad esempio sui maestri della Psicanalisi e ho subito preferito Jung che era anche un grande scrittore che si era occupato di letteratura e di arte contemporanea con il suo studio sugli archetipi. Lessi il suo primo libro a 15 anni e ne fui molto colpito. Ma amavo tanto leggere anche i nostri poeti da Dante a Quasimodo a Saba e tanti altri. E anche molti testi di Steiner il fondatore dell’Antroposofia. E riempivo quaderni e quaderni di mie personali riflessioni e tante poesie dedicate alla mia futura moglie. Poi seguirono anche alcuni racconti che pubblicai nel 1987 dal titolo “Sentieri nell’Ombra” cui fece seguito una raccolta di poesie intitolata  “Frammenti”. Dal 1984 avevo iniziato a  scrivere e a pubblicare molti articoli su varie tematiche sulla rivista del Prof. L. Pumpo PRESENZA di Striano e in seguito su FIORISCE  UN CENACOLO del caro Prof. C. Manzi e di sua figlia a Mercato San Severino  sempre in Campania: una  regione che mi ha offerto subito tante possibilità e mostrato tanto affetto. A Napoli sono stato molte volte premiato per la saggistica o per la poesia fin dagli anni’90 .
A lei piace molto il grande Totò anche non essendo napoletano ci spiega cosa rappresenta Totò oppure ha rappresentato nella sua vita? E come mai proprio Totò è oggetto del suo studio e dei suoi scritti?
Ho sempre apprezzato molto Totò e i suoi film come pure mia madre che lo aveva visto recitare al teatro Delle Vittorie a Roma durante la guerra negli anni ’40. Andai nel’67 con mio fratello anche al suo funerale ai Parioli  tra tanti romani per l’ultimo saluto. Totò era notoriamente contrario alla dittatura nazifascista come mio padre e non potevamo in famiglia non apprezzare la sua pernacchia durante il discorso dell’ufficiale tedesco nel film Il due marescialli. Totò mi colpiva fin da ragazzo sia per la sua straordinaria mimica e le sue battute infinite e pirotecniche, ma anche per la sua umanità e generosità. E perché era una vera maschera, erede della Commedia dell’arte come sosteneva Dario Fo. Proprio studiando tramite  una mia ricerca le maschere antiche e la loro evoluzione nel teatro con i miei alunni a cui insegnavo Lettere in una Scuola Media di Aprilia -LT-e poi alla King di Roma ho portato avantii il mio.lavoro su Toto e la maschera tradizionale di Pulcinella sia attraverso il testo di Fofi e la Faldini Totò: l’uomo e la maschera nel ’78 e poi dal ’93 con la lettura ,nella biblioteca della scuola, del libro di R. De Simone sul Carnevale in Campania con vari riferimenti a Jung dove trovai un intero capitolo dedicato ai vari aspetti di Pulcinella. Quello del teatro delle guarattelle napoletane in primis così caro a Toto’… Fu per me una sorta di illuminazione.
Lei studia molto e in tutti i suoi libri ci sono continue ricerche attente e che portano alla riflessione i lettori lei raffronta spesso la figura di Totò al Pinocchio di Collodi e non solo per lei attraverso i suoi studi ci sono tanti legami tra Totò, Pinocchio ma anche Pulcinella. Hanno tante cose in comune per lei ma ne fa proprio degli attenti studi lei giusto?
Nel 2003 lessi una significativa intervista all’analista junghiana R. Dedola su Collodi e Pinocchio e curiosamente scoprii segrete affinità tra Collodi e lo stesso Antonio de Curtis e il loro comune contrasto tra miseria e nobiltà, come ho scritto nei miei successivi saggi su tale argomento, da Totò  e Pinocchio in poi, come la vicinanza a certi ideali sia cattolici sia massonici, la sua passione per la musica, il teatro e le tante donne. E chiaramente la conoscenza profonda del teatro dei burattini da cui nasce la metamorfosi di Pinocchio. La storia di un burattino che poi divenne “Le avventure di Pinocchio” è una fiaba molto particolare che esprime nel nome anche la duplice natura del pinolo dal rivestimento di legno esterno e il suo cuore dolce di seme edule. Che alla fine si apre e ne fuoriesce il  bel bambino sorridente alla fine del capolavoro collodiano. Per Calvino Pinocchio è  una fiaba senza tempo e un romanzo picaresco unico in Italia e ha un enorme potere genetico in grado di influenzare molti scrittori e di interagire con i lettori. Compreso P.P.Pasolini che fu affascinato da tale storia e dopo il film “Uccellacci e Uccellini” avrebbe voluto girare un film con Totò nei panni di Geppetto e Ninetto Davoli in quelli di Pinocchio. E qualcosa della storia di Pinocchio lo ritroviamo a ben vedere anche negli episodi pasoliniani Che cosa sono le nuvole? dove Totò  torna marionetta  tra altri attori marionette e finito in una discarica scopre la bellezza delle nuvole  in un finale poetico e profetico o nell’altro La terra vista dalla luna dove appare la Donna Fata interpretata dalla  Mangano  in una vicenda surreale e fiabesca.
I suoi progetti futuri?
Su questo rapporto tra Pasolini, Totò e Pinocchio ho scritto molto in questi mesi e sarà una tematica ,con altre, presente nel mio prossimo libro ricco di miei ricordi romani. Totò sarà a Roma dal 1922 con i genitori lavorando in tanti teatri della Capitale e girando a Cinecitta i suoi famosissimi film ambientati in vari Rioni romani dal magnifico “Guardie e ladri” con Aldo Fabrizi  e anche “La banda degli onesti”  con Peppino De Filippo o “I racconti Romani” tratto dall’opera di Moravia come pure “Risate di gioia” con la Magnani. Per non parlare di “Uccellacci e uccellini” che si svolge con il Corvo filosofo ed ideologo marxista che tanto ricorda il Grillo parlante di Pinocchio lungo le periferie romane degli anni ’60.
Questo è il mio progetto letterario per il futuro dove cerco di fare storia della Roma degli anni ’50 nel dopoguerra, la stessa del film Cerca casa con Toto’…e di Alberto Sordi con “Un giorno in pretura” che fa il bagno come il Riccetto di Pasolini nella marana a Pietralata in chiave comica e romanissima.
Lei è anche un docente un consiglio che vuole dare ai giovani che vogliono intraprendere la sua passione per la scrittura e la sua attenta ricerca?

Consiglio a tutti gli scrittori in erba di seguire la propria intima vocazione e non imitare stereotipi di nessun genere e non inseguire il successo a tutti i costi. Ma  di impegnarsi e applicarsi ogni giorno o nella poesia o nella narrativa o nella saggistica, magari in un mix ricco di sperimentalismo che ha in Dante il maestro per eccellenza. 

Portando alla luce il proprio mondo interiore con sincerità in rapporto alla società e ai suoi valori. Ogni artista diceva Jung è un educatore del suo tempo. CASTIGAT RIDENDO MORES….come disse il comico partenopeo in Totó sceicco.
Un suo personale saluto ai lettori del quotidiano online Occhio All’artista Magazine.
Saluto infine con tanta simpatia tutti i lettori del quotidiano online Occhio all’Artista Magazine e in particolare lei caro giornalista Giuseppe Nappa che ho avuto il piacere di incontrare a Napoli nel 2018 durante una cerimonia di premiazione del Concorso Nazionale di poesia “Alfonso Gatto” al Maschio Angioino.
E che mi ha offerto la bella opportunità di parlare non solo di me e della mia attività di scrittore o di poeta, ma soprattutto del grande e geniale Antonio de Curtis in arte Toto’, fratello di quel Pulcinella burattino delle guarattelle napoletane e alter ego di Pinocchio dei tempi moderni e futuristi…
E ho detto tutto! !!!
Giuseppe Nappa

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